15 settembre -15 ottobre 1963
j. ì
Costruire
Diverte
mensile di elettronica
dedicato a
radioamatori
dilettanti
principianti
Alcuni sftlcali in questo numero:
Una cronaca giornalistica da Mantova
Osservazioni di acustica applicata
Ricevitore a cinque transistori
Ricevitore OM-FM trivalvolare
Una cronaca giornalistica da Milano
Bivaivolare per onde corte
un abbonamento al mese
AGLI INSERZIONISTI
numero
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L. 200
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manìo).
Tensioni cc. - ca. 6 portate: 2,5 - 10 - 50 -
250 - 500 - 1.000 V/fs.
Correnti cc. 4 portate: 50 - 10 - 100 -
500 mA.
Campo dì frequenza: da 3 Hz a 5 Khz.
Portate ohmetriche: 4 portate indipendenti:
da 1 ohm a 10 Mohm/fs. Valori di centro
j scala: 50 - 500 - 5.000 ohm - 50 Kohm.
Megaohmetro: 1 portata da 100 Kohm a 100
Mohm/fs. (alimentazione rete ca. da 125 a
220 V.).
Misure capacìtatìve: da 50 pF a 0,5 MF, 2
portata x 1 x 10 (alimentazione rete ca. da
j 125 a 220 V.).
Frequenzimetro: 2 portata 0 - 50 Hz e 0 -
500 Hz.
Misuratore d'uscita (Output): 6 portate 2,5 -
10 - 50 - 250 - 500 - 1.<K)0 V/f.
Decibel; 5 portate da — 10 a + 62 dB.
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puntali; pannello frontale e cofano in urea
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leva; indipendenza di ogni circuito.
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accidentaii.
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Oscilloscopio 5" mod. 220
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1616 - 6159 * 7193 - 9002 - 9003 * 9006 -
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metalliche - Trasformatori AJ. - tasti - cuffie
-> microfoni * zoccoli - ventilatori * slromenll ^
quarzi relais - bobine ceramica fìsse e va^
rìabilt • condensatori variabili ricezione «
trasmiss, - condensatori mica alto isolamene
lo > cavo coassiale * componenti vari —
Scrivere a E>e Luca Dino, Via Salvatore Pin-
cheHe, 64 > Roma.
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preghiamo vivamente coloro che inten- «
dono parteciparvi di spedirci il tagliando - :
a fianco. ®
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Ricevitore 144 MHz a transistori
Ritengo in linea di massima e senza impegno
dì partecipare al Vostro Concorso
« Ricevitore a transistori per 144 MHz ».
firma, nominativo o pseudonimo
i:
Costruire Diverte
mensile di tecnica elettronica
dedicato a
radioamatori - radiodilettanti - principianti
L. 200
Direttore responsabile
GIUSEPPE MONTAGUTI
Anno V
f
sommario
LETTERA DEL DIRETTORE. pag 510
29* MOSTRA NAZIONALE RADIOTELEVISIONE
r SALONE INTERNAZIONALE COMPONENTI ELETTRONICI » 511
PICCOLO RICEVITORE PER ONDE CORTE. » 516
RICEVITORE A 5 TRANSISTORI A AMPLIFICAZIONE DIRETTA & 521
TRIVALVOLARE PER ONDE MEDIE E MODULAZIONE DI
FREQUENZA.* 525
10* MOSTRA MERCATO DEL MATERIALE RADIANTISTICO . » 529
CORSO DI ELETTRONICA . . ... 533
NOTIZIARIO SEMICONDUTTORI. >545
L'ACCENSIONE A TRANSISTORI * 550
OSSERVAZIONI DI ACUSTICA APPLICATA.» 557
L_
Direzione - Redazione - Amministrazione
Vìa Manzoni, 35 - Casalecchìo di Reno ( Bologna )
Stampato dalla
Tipografìa Montaguti - Via Porrettana, 390 - Casalecchìo di Reno
Disegni; R. Grassi
Zinchi: Fotoincisione Soverinì - Via Santa, 9/c - Bologna
Distribuzione: Concess. esci, per la diffusione in Italia ed all'estero;
G. Ingoglia - Via Gluck, 59 - Milano - Tel. 675.914/5
507
1
E' gradita la collaborazione dei Lettori
Tutta la corrispondenza deve essere indirizzata a «S.E.T.E B. s.r.l.» - Via Manzoni, 35 - Casalecchio di Reno (Bo)
Tutti i diritti di riproduzione e traduzione sono riservati a termini di legge, - Autorizzazione del Tribunale dì
Bologna in data 23 giugno 1962, n 3002 - Spedizione in abbonamento postale, Gruppo IN
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Abbonamenti per Testerò L. 3.200
In caso di cambio di indirizzo inviare L. 50
Listino prezzi delle pagine pubblicitarie; Stampa a un colore; 1 pagina mm. 140x210 L. 40,000
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1-2-3 pagina di copertina, stampa a 2 colori L. 50 000. Eventuali bozzetti, disegni, cUchés
per le pubblicità da fatturare al costo
508
50.000 in contanti
al vincitore del Crncorso bandito da Costruire Diverte le cui norme istitutive sono qui riportate.
I - BANDO
E’ istituito in data td settembre 1963 il Concorso « Ricevitore a transistori per 144 MHz ».
Detto Concorso ha tcrm ne alle ere 24 del 15 gennaio 1964: a tale scopo fa fede il timbro postale di partenza
2 - DELLE FINALITÀ’
Il Concorso in oggetto si propone di premiare secondo le modalità specificate al punto 6 un progetto relativo
a un ricevitore per la gamma dei 144 MHz in cui, oltre ai normali componenti dei circuiti (induttanze, capa¬
cità, resistenze, quarzi, ecc.J, si faccia uso esclusivo di semiconduttori.
Il premio posto in palio, unico e indivisibile, è stabilito in lire 50.000 (cinquantamila) da attribuire al
progetto vincente indipendentemente dal numero di Collaboratori al progetto stesso.
3 • DELLA PARTECIPAZIONE
La partecipazione al Concorso è estesa a tutti i Lettori di Costruire Diverte e a chiunque risulti interessato.
Sono esclusi dal Concorso tutti i Collabora:orì della Rivista Costruire Diverte, ossìa tutti coloro che in qua¬
lunque veste abbiano pubblicato anche un solo articolo sotto la testata » Costruire Diverte ».
Si partecipa al Concorso inviando uno o più progetti rispondenti al punto 4 delle presenti norme, accompa¬
gnati da un articolo redatto in lingua italiana avente per titolo; « Ricevitore a transistori per 144 MHz ».
E’ obbligo dei Partecipcnti inviare inoltre lo schema elettrico assolutamente coerente al montaggio effettuato
e il prototipo funzionante.
Tutte le spese, comprese quelle postali, sono a carico dei Partecipanti.
4 - DEI REQUISITI RICHIESTI AL PROGETTO
Il ricevitore deve operare nella gamma 144 MHz.
Il circuito non può prevedere uso di alcun tipo di tubo elettronico, neppure per funzioni accessorie* saranno
pertanto impiegati esclusivamente semiconduttori.
Non è posto alcun vincolo al c'rcuito che potrà essere semplice o complesso, prevedere o meno circuiti
b-meter e simili, essere alimentato a batterie e/o a mezzo alimentatori da rete, da celljle solari ecc
Il ricevitore dovrà prevedere ascolto in cuffia c/o in altoparlante.
5 • DELLA VALUTAZIONE
Responsabili giudicatrice connposta di Specialisti appositamente convocati
Elementi di giudizio per la valutazione saranno a pari peso i seguenti:
— originalità e/o accurato studio del circuito e delle parti impiegate.
“ dell’articolo, discussione teorica e/o tecnica del progetto e dei particolari, biblio¬
grafia, dotazione accessoria (fotografie, schemi pratici, ecc.).
estetica del montaggio, accuratezza e solidità di costruzione, cura dei particolari,
— ottima reperibilità delle parti o precisa citazione delle fonti.
— rispondenza integrale a tutti i requisiti stabiliti dalle presenti norme di Concorso.
6 - DELLA PREMIAZIONE
Il vincitore riceverà a mezzo lettera raccomandata comunicazione
lire 50.000 (cinquantamila) entro e non oltre il mese di marzo 64.
Al progetto vincente sarà dedicata la copertina di Costruire Diverte
pubblicato l'articolo legato a detto progetto.
del risultato e assegno circolare dì
relativa al fascicolo nel quale sarà
Al vincitore o a ciascuno dei sottoscrittori se il progetto vincente è opera di più Autori, verranno inviate
30 copie omaggio della Rivista in oggetto.
La Rivista provvederà alle fotografie necessarie a corredo dell'artìcolo; al vincitore verranno rimborsate
le spese per le eventuali fotografie già da esso eseguite e pubblicate, per i disegni qualora giungano in
forma già atta alla pubblicazione, per le spese postali relative all'Invio dell'apparecchio e del relativo
materiale letterario e documentaristico.
La restituzione dei prototipi non vincenti sarà a carico della Rivista.
509
Costruire Diverte
Il Direttore
Due nuove inìzialive
Poche parole, molti fatti: questa è la politica di Costruire Diverte.
Ecco i fatti:
Offerte e richieste - Non solo Costruire Diverte non fa pagare una lira
per le inserzioni, non pone vincoli alla loro lunghezza e le incoraggia i
senza falsi scopi; dal prossimo numero 10, ogni mese verrà estratta a
sorte una inserzione e a questa verrà dato particolare risalto in uno
spazio filettato al contorno e avente dimensioni di 2 colonnine di base
per 5 centimetri di altezza. L’Inserzionista che l'ha inviata sarà iscritto
gratuitamente nella lista degli abbonati e riceverà Costruire Diverte per
un anno.
Le condizioni sopra riportate hanno vigore per i mesi: ottobre, novem¬
bre, dicembre 1963; gennaio, febbraio, marzo 1964.
Abbonamenti - Dal V ottobre è lanciata una campagna abbonamenti par¬
ticolarmente interessante: il 30 ottobre, il 30 novembre e il 31 dicem¬
bre 1963 verranno estratti a sorte tra gli abbonati nel periodo 1 ottobre-
31 dicembre 15 saldatori a pistola di forte potenza, con riscaldamento
normale e arroventamento istantaneo, a pulsante.
Alle estrazioni dei primi 5 saldatori concorreranno coloro che si sono
abbonati nel mese di ottobre; alla estrazione di altri 5 saldatori, il i
30-11, parteciperanno tutti coloro che si sono abbonati nei mesi di ot¬
tobre e novembre e così via.
Il 31-12-63 verranno estratti a sorte altri 5 saldatori e... una bella sor¬
presa tra tutti coloro che si sono abbonati nel periodo 1 ottobre-31 di¬
cembre.
Il vincitore della « sorpresa » sarà invitato per il ritiro a Bologna a spese
della SETEB Editrice di C.D. e riceverà il premio personalmente dalla
Direzione.
A Mantova (lO.ma mostra-mercato del materiale radiantistico) C.D. ha
offerto in premio a sorteggio tra gli intervenuti;
2 coppie di radiotelefoni in scatola di montaggio: 1 convertitore LABES
a nuvistor per 144 MHz; 1 preamplificatore LABES a nuvistor per 144 MHz;
1 tester ICE 20.000 QxV; 1 tester ICE 5.000 QxV; 3 saldatori a pistola;
5 abbonamenti annuali gratuiti.
Poche parole e molti fatti. Quanto è scritto, è scritto e non verrà ri¬
trattato nè prorogato o disdetto.
Non occorre aggiungere altro: ABBONATEVI. E’ un affare.
510
30” moi^Éra
nazionale
radiotelevìi^ione
1” salone
internazionale
componenti
elettronici
mìlano. 7 - 15 «iettembre 196»
^ dai nostri inviati ^
Ogni anno, airinizio di settembre il Palazzo
dello Sport di Milano (una vecchia costru¬
zione airinterno della Fiera) ospita la più
importante presentazione degli apparecchi
radiotelevisivi di produzione mzlomale.
Quest'anno la Mostra è giunta alla ventino-
vesima edizione e ad essa si è affiancata la
undicesima Mostra Nazionale degli elettro-
domestica e, particolarmente interessante,
il primo Salone intemazionale dei compo-
' nenti elettronici. La importante manife¬
stazione è organizzata dairANIE (Associa¬
zione Nazionale Industrie Elettrotecniche)
e si è svolta a Milano dal 7 al 15 settembre.
( Si fa rilevare negli ambienti della Mostra
f come questa, nata oltre 30 anni orsono co¬
me una modesta rassegna di apparecchi
radioriceventi, ha assunto sempre maggiore
importanza fino a divenire la sede più qua¬
lificata e idonea al lancio annuale della pro¬
duzione dei settori interessati.
Alla Mostra infatti si danno convegno non
■ solo gran parte dei commercianti italiani
di apparecchi radio e televisivi e di elettro-
domestici, ma lanche numerosi operatori
economici stranieri, attratti dalla posizione
di prestigio acquistata all'estero dalia nostra
produzione.
Non ci occuperemo degli elettrodomestici
(quanti!) e parleremo quindi uxi poco della
Mostra Radio TV. per soffermarci più a
lungo sul Salone dei componenti elettronici»
Entrando dairingresso prìncipalc c portan¬
dosi neirAtrio donore, ci ha partecilarmen-
te colpiti d bellissimo padiglione TV della
I RAL Abbiamo tentato di fotografarlo per
presentarlo ai Letton, ma ci siamo resi con¬
to dopo vari « flash » che era una impresa
impossibile, se non con appanecchiature
speciali e a colori. Ogni altro tentativo
avrebbe guastato la realtà.
Proveremo a descriverlo. S'immagini una
arete alta circa 2 metri e mezzo e lunga
6 metri, completamente nera e coperta,
con perfetto allineamento, di semisfere ar-
gjmlee fissate in modo da presentare al visi¬
tatore Pintemo della coppetta. Al centro una
finestra Itmga e stretta. Affacciandosi ad essa
sd vedevano airinterno, nero e buio, una
serie di figure stilizzate simili a L, T, C, E
illuminarsi, punteggiate di lampade multi¬
colori, mentre un debole fascio luminoso
spazzava avanti e indietro il pannello di
fondo, accompagnato da un coro di suoni
« spaziali » e lontano cicaleccio di relè.
Su un « davanzale » prospiciente la « fi¬
nestra », scritte bianche su fondi neri avver¬
tivano dell'avvenire della TV.
All'architetto Autore di questa semplice ma
eccellente presentazione va tutta la nostra
ammirazione; al Lettore le nostre scuse se
non siamo riusciti a rappresentargli efficace¬
mente la bella opera.
E ora qualche impressione sugli esposi¬
tori.
Naturalmente la nostra attenzione si è
rivoilta in particolare a quelle Ditte che pre¬
sentavano articoli di interesse dilettantistico,
più che « casalingo » o comunque utilitaristi¬
co.
Molto bello, in ogni caso, lo stand della
AUTOVOX, della CHINAGLIA, della FIMI
Phonola, della FIRTE. Fornitissimo e irto di
antenne (ottima qualità, ottimi prezzi) lo
511
Radiocomando
della MICROPHON di Siena.
E' interamente a transistori,
da 1 a 8 canali
sui 27,12-29,70 MHz,
pilotato a quarzo.
Modulazione 1,3-8 kHz
per 8 canali;
alimentato a 12 V
fornisce circa 1 W,
Il ricevitore ha sensibilità 3 mV
6 mA a 9 V.
bicanali da 1,3 a 8 kHz
lento del filtro 20 mA.).
Diplomi e medaglie
allo stand Microphon a Milano
Stand FRACARRO, interessante il GELOSO,
con tutti i notissimi prodotti; GBC, natural¬
mente, e MEGA elettronica con i robustissimi
ed economici tester analizzatori Pratiical 10,
Praticai 20C e il voltmetro elettronico mo¬
dello 110, compatto e ben progettato.
Code di Clienti e di curiosi alla MICRO-
PHON di Siena (via Paparoni, 3), specializ¬
zata in « cerca persone », piccoli e medi ri-
cetrasmettitori dotati di utili accorgimenti
e interessanti innovazioni rispetto alla pro¬
duzione già nota.
M. MARCUCCI & C. di Milano - v...
una bella esposizione ricca di prodotti
interessanti e nuovi,
a prezzi davvero competitivi.
Seduto al tavolo, con gli occhiali,
il comm. Marcucci, Titolare dell'Azienda.
Da Marcucci novità interessante
(tra le tante)
i ponticelli isolati in ceramica,
ottimi anche in A.F.
512
Instancabile ned ricevere i Olienti il signor
Marcucci, titolare della M. MARCUCCI & C„
ben nota ai nostri Lettori per la completezza
di assortimento e la eccelente qualità delle
parti e delle apparecchiature del suo cata¬
logo ; anche i prezzi sono davvero interes¬
santi e testimoniano do sforzo continuo del¬
la Ditta volto a soddisfare la Clientela con
il più alto rapporto qualità/prezzo.
Imponente e cònsono al nome della Casa lo
stand PHILIPS con radioricevitori, televi¬
sori, alta fedeltà, autorad/io, apparecchiature
professionali, strumenti di misura, dischi...
Fortissima Tesposizione della UNA (prodotti
« OHM » ) con una completa gamma di ge¬
neratori BF, AM, FM e TV, frequenzimetri,
Q metri, Oscilloscopi, Tester, Ponti RLC,
ecc.
Ricordiamo anche la bella presentazione del¬
la V0X5ON con una gamma particolar-
menta indovinata di 'prodotti per tutte le
utenze rodio TV.
».■ * -v
Il P Salone dei compontti - ■ elettronici è
stato in realtà un Salone mi^^to componenti -
apparecchiaiure; quest'ultime in larga misu¬
ra di interesse industriale più che dilettan¬
tistico.
Circa 110 stands tutti allestiti con buona
fantasia e gusto, alcuni più rigidamente tec¬
nici, altri più estrosi, ma indistintamente fun¬
zionali, ben illuminati e ben disposti.
Ci auguriamo di non offendere nessuno (del
resto ogni opinione è soggettiva) e dichia¬
riamo decisamente il meglio riuscito il com¬
plesso degli stands HOFMANN delle rap¬
presentanze ALHOF (Alois Hofmann Mila¬
no, Via Panata, 76) progettato dal giovane
architetto Gio. Rossi di Milano, che con mol¬
ta semplicità e eleganza ha risolto il diffì¬
cile problema di esporre non fiori o delicate
parure ma freddi portafusibili, piatti gira¬
dischi, morsettiere, microfoni, cuffie, acces¬
sori d'ogni genere.
Molto simpatico anche lo stand ATES con
una bella gamma della produzione di questa
giovane Azienda nel campo dei tubi elettro¬
nici e dei semiconduttori.
Ci siamo soffermati ad ammirare la nutrita
serie dei condensatori d'ogni razza e tipo
!
Parte della esposizione ALHOF
(Alois HOFMANN),
da noi giudicata tra le più riuscite
del primo «Salone »
dei componenti elettronici.
L'allestimento degli « stand »,
curato dal giovane architetto
Gio. Rossi di Milano
ha riscosso molti consensi
e valorizzato al massimo
i prodotti esposti.
La HOFMANN rappresenta in Italia
molte Ditte costruttrici dei più
diversi componenti elettronici
e parti per apparecchiature
(anche piatti giradischi).
i
513
« L'unico saldatore
a tensione UNIVERSALE
senza trasformatore ».
Così la ELETTROTERMICA Italiana
di Milano
lancia i saldatori modello
Unìversal Sprint
che eseguono con faciliti
tutte le saldature di masse,
possono funzionare
ininterrottamente, sono dì
lunghissima durata e...
costano poco I
allo Stand COMEL ; ima vera « gola » i con¬
densatori mioroedettrolitici, i nanofplastici,
qu&Uì in mylar metallizzato, e i formidabili
microscopici condensatorini al tantalio.
Una selva di microfoni assaliva i visitatori aL
lo stand 95 (EKWJPIN, radioprodotti « do.re.
mi»): molti e ben costruiti modelli risal¬
tavano nella vasta produzione.
Molto affollato, a ragione, lo stand della
ELETTROTERMICA ITALIANA, Milano,
via Arquà, 11-13, in cui saldatori di ogni mo¬
dello erano ^ardati con occhio desideroso
da tutti i visitatori. Prezzi speciali in occa¬
sione della Fiera, e i saldatori Universal
sprint a voltaggio xmiversale e grande capa¬
cità di saldatura passavano rapidamente dal
venditore alFacquirente. Veramente un otti¬
mo articolo a un prezzo interessante.
Pile d'ogni dimensione e tensione alla PILE
« Z » e alla SUPERPILA e altoparlanti (che
altoparianti) alla GCK)DMANS; costruzioni
metalliche belle e modulari (finalmente an¬
che in Italia) da GANZERLI (Navate Mila¬
nese, via Cavour, 70).
HALLICRAFTERS presente con una bella
rassegna allo stand DOLEATTO: (Torino,
Lo stand
ITALIAN RADIO dì U. Pillar
ha rappresentato
una piatevole sorpresa
per la qualità e la varietà
dei prodotti esposti.
Ci auguriamo che
questa Ditta
venga meglio conosciuta anche tra
i di iettanti numerosissi m i,
sempre alla ricerca
della buona qualità.
514
o
Contenitore « rack » GANZERLI;
il frontale è in alluminio,
le maniglie sono in ferro cromato
con vite ^ 5 MA.
f via S. Quintino, 40); una gentile Signora as¬
sisteva garbatamente i Clienti e distribuiva
opuscoli chiari ed esaurienti.
Una piacevole sorpresa la presentazione ITA¬
LI AN RADIO di t). Filler (Milano, via Cri¬
velli, 10) con un diluvio di belle cose: al¬
toparlanti alta fedeltà, antenne (bellissime),
cavi coassiali, commutatori e tastiere, con¬
vertitori UHF, VHF, fili litz, autosaldanti e
termoplastici, tuners, connettori, ecc.
I « Chilometrico » lo stand LAEL con tutta la
I nota produzione di apparecchiature pro-
, fessianali e industriali : generatori di mono-
I scopio, oscilloscopi, ponti RLC, provavaivole,
generatori, voltmetri e millivoltmetri, com¬
mutatori elettronici, misuratori d'uscita...
Chi ancora? LES PILES WONDER (ing. Ma¬
grini - Milano): pile, micromotori a pila,
minuterie relative. MIAL, condensatori a mi¬
ca, in film sintetico, ceramici, MICROFARAD,
condensatori a carta, a mica, a mica metal¬
lizzata, elettrolitici, ceramici, in film sinteti¬
co, a olio, cuffie, quarzi, relè, spine, spinotti,
resistenze, termistori trasformatori... Mil-
^ STRAL, semiconduttori al germanio e silicio,
METROELETTRONTCA (bellissimi i pro¬
dotti Motorola ma... non ancora per dilet¬
tanti); transistori per altissime frequenze,
raddrizzatori di grande potenza.
Ancora PHILIPS (parti staccate, valvole, ci¬
nescopi, semiconduttori, materiali magne¬
tici ) e PIRELLI applicazioni elettroniche
(condensatori al tantalio, raddrizzatori al
silicio, diodi Zener, microcircuiti planari
epitassiali al silicio).
Documentaristico lo stand SGS, allestito con
dignità ed effetto ; singolare un « visore »
sempre in funzione con immagini illustranti
la produzione SGS ; transistori planari al
silicio e transistori planari epitassiali NPN
e PNP, diodi al silicio e al germano.
* * *
In definitiva il Salone è una iniziativa di
estremo interesse sia per le industrie e i
commercianti, che per noi dilettanti che da
questa importante manifestazione potremo
vederci presentate tutte insieme le più bril¬
lanti novità deiranno e il panorama genera¬
le della produzione internazionale del set¬
tore.
Diodo planare ultrarapido SGS;
siamo arrivati alla barriera del nanosecondo
(10-* sec = un millesimo di microsecondo ) I
515
T
Piccolo ricevitore
per
onde corte
di Antonio Tagliavini
Forse potrei iniziare la descrizio¬
ne di questo ricevitore indossando
la toga e il tocco delFavvocato pro¬
nunciando una veemente quanto
anacronistica arringa in difesa delle
povere e abbandonate valvole, ormai
sopraffatte e costrette a un lento
quanto inesorabile declino dai crudeli
e spietati semiconduttori, che avanza¬
no, basi a massa ed emettitori in resta,
in nuove e stupefacenti configurazioni
circuitali...
Bando ai sentimentalismi e alle parzialità:
vi voglio invece presentare un ricevitore a
valvole che ben può competere con qualsiasi
ricevitore a transistori, impostato con gli
stessi criteri di semplicità e razionalità.
E’ semplice come un ricevitore a reazione,
è sensibile e selettivo perchè è una supere¬
terodina, è piccolo perchè impiega materiali
miniaturizzati, e infine è di ottimo rendi¬
mento perchè adotta un particolare tipo di
circuito riflesso in media frequenza.
Anzi, vi voglio dire di più: il circuito di que¬
sto ricevitore fu elaborato per divenire la
Airestrema sinistra
la manopola di sintonia (demoltiplicata);
Tindicazione di frequenza
non ò data dalTindice bianco della manopola,
ma dall'ago,
sezione ricevente di un ricetrasmettitore
funzionante sugli 11 metri (Citizen^s band),
in funzione di >« posto fisso », da impiegare
in unione a radiotelefoni portatili. Il pro¬
getto si dimostrava però così promettente,
che lo sviluppai a sè, impostanddlo, questa
volta, per la ricezione continua delle onde
corte dai 6 ai 15 MHz, gamma nella quale
sono comprese le due bande radiantistiche
dei 40 e dei 20 metri, di grande interesse
per ogni appassionato di « ascolti »,
Detto... fatto penseranno gli amici Lettoni.
E invece no; come si sa un progetto si può
dire ben riuscito quando, a un ottimo cir¬
cuito, si accompagna anche una piacevole
realizzazione meccanico-elettrica. E al mo¬
mento ero proprio povero di idee: la conge¬
rie di pezzi accatastati sul banco aspettava
un'idea ordinatrice, ma ogni tentativo di di¬
sposizione cadeva neirirrazionaile.
Avevo quasi rinunciato aU'idea, quando ecco
arrivare, per caso, la soluzione al mio « an-
gustiante problema ».
Ero capitato, una sera, a casa deiramico
ing. Arias, per fare quattro « chiacchiere
elettroniche », e osservavo con occhio di
appassionato, la simpatica sfilata dei suoi
piccolissimi apparecchi, che i Lettori ben
conoscono dalle pagine di « Costruire Diver-
fissato all'alberìno del variabile.
In alto la presa d'antenna
e il jack per la cuffia.
Al centro il potenziometro-interruttore
e sulla destra il cambio tensione.
51 ó
ll
te»; il radiotelefono con la 1AG4, che fece
I epoca nel '60, dando luogo a una spietata
« caccia alla 1AG4 », il cui prezzo (nel mer¬
cato nero naturalmente ! ) era salito alle
stelle, il « microprofessionale » per i 28 MHz,
' la stazione ricetrasmittente con la 12AT7,
I funzionante sui 144 MHz... quand'ecco, in un
telaietto, finito alla perfezione e con tanto
< di pannello verniciato in martellato, spoglio,
I senza alcun componente montato. « Un vec-
I chio progetto che avevo in mente, e che poi
non ho mai avuto il tempo di terminare »
j spiegò con indifferenza Arias. Il mio occhio
1 si era già messo al lavoro: qui il variabile...
ci sta; i due buchi per gli zoccoli della 6BE6
e della 6U8... il trasformatore., il potenziome¬
tro: ci stava tutto; quel telato era ciò che
ci voleva per il mio ricevitorino ! Tomai a
f casa con il telaietto in tasca... e il resto lo
vedete dalle fotografie.
I II circuito
Come accennato in precedenza, è impostato
L a criteri di massima sensibilità, selettività e
r stabilità. La prima valvola, una 6BE6, funge
da convertitrice autooscillante.
Il segnale proveniente dairantenna, e appli¬
cato ai capi deiravvolgimento di aereo Ll,
passa per induzione a L2, avvolgimento di
accordo e da qui viene applicato alla griglia
3 della 6BE6. Contemporaneamente si svol¬
ge, tra la griglia 1 e le griglie anodiche 2 e 3,
un processo oscillatorio, che avviene a una
frequenza di 467 kHz superiore a quella del
segnale in arrivo. I due segnali, qudlo in ar¬
rivo e quello prodotto dall'oscillatore locale
« battono » assieme, e il risultato è appunto
che il isegnale in arrivo viene convertito alla
frequenza fissa di 467 kHz, cui appunto sono
sintonizzati i quattro circuiti dei trasforma¬
tori di media frequenza MFl e MF2.
Andiamo per gradi, comunque: il segnale
10 troviamo ai capi del primario di MFl.
Da qui passa, per induzione, al secondario,
11 quale ha un estremo a massa per la radio-
frequenza tramite la forte capacità di 1000 pF,
e l’altro estremo collegato alla prima griglia
del pentodo della 6U8. Anche la griglia scher¬
mo del pentodo è collegata a massa, per la
radiofrequenza, tramite una capacità di KKX)
pF, per cui il pentodo amplifica regolarmen¬
te il segnale, che ritroviamo irrobustito ai
capi sia del primario che del secondario di
MF2, ove è passato per la solita induzione.
Qui esso viene rivelato, ossia liberato della
portante a radiofrequenza, dal diodo 0A85,
e perciò lo ritroviamo, ormai segnale di bas¬
sa frennenza, ai capi del potenziometro da ^
Mohm, regolatore di volume. Dal cursore di
quest'ultimo esso viene prelevato, nella mi¬
sura desiderata, e applicato al lato « freddo »
per la radiofrequenza del secondario del pri¬
mo trasformatore di media frequenza.
II condensatore da 1000 pF presenta, nei ri¬
guardi del segnale, ora di B.F., una reattan¬
za molto elevata, sicché esso non viene shun¬
tato e può tranquillamente attraversare il se¬
condario di MFl, per essere nuovamente ap¬
plicato sulla prima griglia del pentodo della
6U8, ove subisce una nuova amplificazione.
Avevamo detto che la griglia schermo del
pentodo era a massa per la radiofrequenza,
tramite il condensatore-shunt da 1000 pF :
non così per l'audiofrequenza ; la griglia
schermo funziona ora come la placca di im
triodo amplificatore di B.F., e da essa ap¬
punto il segnale viene prelevato attraverso
una resistenza da 1000 ohm che, assieme ai
due condensatori rispettivamente di 1000 e
Vista dall'alto.
Da sinistra: bobina d'oscillatore, 6BE6,
bobina d'aereo;
verso il pannello
il variabile a due sezioni.
Proseguendo: 6U8 e elettrolitico,
con le due MF al centro
e il potenziometro (nascosto).
All'estrema destra
il trasformatore di alimentazione
e il diodo SGS rettificatore.
517
di 500 pF che dai suoi estremi vanno a mas¬
sa, costituisce un filtro a pi greco per elimi¬
nare ogni traccia di radiofrequenza residua.
Il segnale di bassa frequenza, cosi « pulito »,
pasp ora alla sezione triodo della 6U8, che
ha il compito di amplificarlo ancora, prima
di passarlo alla cuffia (o a un eventuale alto-
parlantino, tramite un opportuno trasforma,
tore di uscita con circa 7.000 ohm di impe¬
denza primaria) da cui va direttamente a de¬
liziare le vostre orecchie. Provvede all'ali¬
mentazione del complesso un autotrasforma¬
tore, un diodo al silicio, e una cellula di
livellamento costituita da un condensatore da
32 4- 32 microfarad e da una resistenza da
5.000 ohm, 5 watt.
Il montaggio e i componenti
Il telaio delPapparecchietto è ricavato da un
pezzo di profilato a U di alluminio, debita¬
mente sagomato; il pannello, pure di allumi¬
nio, è verniciato in martellato grigio, e ha
perciò un'estetica molto « professionale ».
La disposizione meccanica dei componenti è
chiaramente desumibile dalle fotografie, per
cui non ci staremo tanto a dilungare in
ovvie spiegazioni.
Sarà piuttosto utile dire qualcosa sui com¬
ponenti. II condensatore variabile, ad aria
e a due sezioni, ha la capacità dì 130 pF per
fa sezione di aereo e dì 80 pF per la sezione
di oscillatore (G,B.C. O/ 122-6); esso ha i
due compensatori di taratura già incorpo¬
rati, e soprattutto è dotato di una ottima
demoltiplica di tipo coassiale. La scala dì
sintonia, con ampiezza di 180“ viene esplo^
rata da un indice, realizzato con filo di rame
stagnato, fissato al perno esterno. La mano-
poiina (G,B.C, F/250), fissata invece al perno
centrale, esplora con il suo indice a tacca
una scala di nferimento, tracciata concentri¬
camente all'altra. Le medie fi'cquenze, due ul-
trapìattc Philips, sono fissate, per ragioni di
minimo ingombro {! ) senza le apposite mol-
lettine: è comunque di capitale importanza,
per evitare inneschi e altre brutte cose del
genere, che i loro schermi siano collegati
elettricamente a massa in maniera stabile.
Gli zoccoli delle valvole, sempre per ragioni
di ingombro, sono del tipo in bachelite tran¬
ciata. Le resistenze e i condensatori sono del
tipo miniaturizzalo: Allen-Bradlev da 1/8 di
watt le prime, Erie ceramici i secondi. Per
esigenze di spazio e di raffreddamento il ca-
iDlaggìo dellalimen latore è stato effettuato
in maniera * pensile?*, superiormente aH'au-
totrasformatore da 20 watt, con raiuto di
due ha set line di ancoraggio, i cui « piedi »
sono saldati alla carcassa dì quest'ultimo.
I! dìodo al silìcio è un S.G.S, ISI695, ma
può essere anche un Philips 0A21L La resi*
stenza di spianamento è una Plessey, 5000
ohm, 5 watt, a ingombro ridotto.
Le bobine, che permettono l'esplorazione
continua da 6 a 15 MHz sono così costruite:
LI, avvolgimento di aereo, 8 spire; L2, accor¬
do entrata, 35 spire; L3, accordo di oscilla¬
tore, 30 spire; L4, avvolgimento di reazione,
5 spire. I supporti sono due Geloso, ricavati
da un vecchio gruppo in demolizione, hanno
un nucleo in ferrite awitabile e un diametro
esterno di circa 1,2 cm. Il filo, smaltato, è
da 0,5 mm.
Due ultime precauzioni importanti, e con¬
cludo: 1) non invertire le polarità del diodo
al germanio di rivelazione, nè tantomeno
quelle del diodo radd;rizzatore. 2) isolare
bene dal telaio il jack per la suffia e„. atten¬
zione a non toccarlo quando l'apparecchio è
in funzione.
La taratura
Potrà essere effettuata in due modi: con au¬
silio di un oscillatore modulato, oppure sen¬
za, per confronto con un altro apparecchio
ricevente, già tarato, e che copra la gamma
delle onde corte, dai 6 ai 15 MHz,
1° modo: taratura strumentale
Si scolleghi il condensatore da 100 pF dalla
griglia 1 della 6BE6, in modo da paralizzare
temporaneamente il funzionamento dell'oscil-
latore locale. Si inietti un segnale a 467 kHz
sulla griglia del pentodo della 6U8 e si rego¬
lino i nuclei della 2‘ media frequenza per la
massima uscita in cuffia (eventiiàlmente si
disponga un misuratore di uscita in parai*
Jefo alla cuffia, per una valutazione più esat¬
ta della massima resa). Il controllo di volu¬
me sarà ruotato ai massimo. Si disponga
ora Tuscita del generatore sulla grìglia l
della 6BE6. e si tarino i nuclei della prima
media frequenza. Si coUeglii nuovamente il
condensatore da 100 pF alla grìglia della
6BE6, e l’entrata del generatore nella boc¬
cola di antenna del Ricevitore. Predisporre
ora il generatore per un segnale di uscita di
15 MHz e regolare il compensatore della se¬
zione di oscillatore, affinchè esso sia ricevi¬
bile con il condensatore variabile quasi com¬
pletamente aperto. Iniettare ora un segnale
di 6 MHz, chiudere quasi completamente il
variabile e ruotare il nucleo della bobina
di oscillatore sino a sintonizzarlo.
Quindi verificare ohe il segnale a 15 MHz
sia ancora ricevibile aH' estremo alto del¬
la gamma, altrimenti ritoccare nuovamen¬
te il compensatore di oscillatore. Sintoniz¬
zare ora oscillatore e ricevitore a 14 MHz,
e ruotare il compensatore ddlla sezione di
antenna, per la massima uscita. Spostare le
due sintonie a 7 MHz e tarare il nucleo della
bobina di ingresso, sempre per la massima
uscita. Ripetere un paio di volte queste due
ultime operazioni, e il ricevitore è cosi per¬
fettamente tarato. Non rimane che bloccare
nuclei e compensatori con un pò di cera o
collante, 'i>erchè non si spostino accidental¬
mente, e segnare, sulla scala di cartoncino,
con una matita, i punti corrispondenti a 6,
6,5, 7 MHz etc. Smontata la scalla ripassere¬
mo poi in china e con maggiore precisione
i punti segnati a matita.
2° modo: taratura «alla brutta»
Se escludete la non proprio ortodossa defini¬
zione, anche questa maniera di taratura po¬
trà soddisfarvi.
518
519
Per tarare la inedia frequenza ci sono due
modi; primo: prelevare tramite un conden¬
satore di piccola capacità (es. 100 pF) una
porzione di segnale a media frequenza da
un qualsiasi ricevitore, anche a transistori,
e iniettarlo nel nostro canale di media fre¬
quenza in sostituzione del segnale deJl'oscil-
latore modulato (per le modalità, vedi 1°
modo di taratura). Il segnale potrà essere
prelevato dalla placca (o dal collettore) del¬
la prima valvola amplificatrice di media fre¬
quenza (o primo transistore). Il ricevitore
dovrà essere, naturalmente, sintonizzato su
di una qualsiasi stazione. Unico inconvenien¬
te: la frequenza di accordo del canale di me¬
dia frequenza del ricevitore impiegato dovrà
essere di 467 kHz, come nella quasi totalità
dei ricevitori di produzione europea, e non
di 455 kHz come nei ricevitori americani e
giapponesi. Altro modo : sintojjizzare, una
volta innestata una buona antenna nel no¬
stro ricevi tonino, (e ciò è possibile, anche se
la sezione ad alta frequenza non è ancora
tarata), una stazione qualsiasi, regolando il
compensatore di aereo per una massima
uscita provvisoria. Quindi ruotare i nuclei
delle due medie frequenze, per ottenere il
massimo volume in uscita. Se non si riuscis¬
se a sintonizzare alcuna stazione di primo
acchito, vuol dire che la media frequenza
è fuori allineamento di parecchi chilocicli,
e si proverà allora a « pareggiare » Timmer-
sione dei nuclei dei due trasformatori, ossia
a fare in modo che i filetti di ottone che spo¬
stano i nuclei spuntino dalla cima dei tra-
sfoirnialori di una stessa lunghezza. In tal
modo la media frequenza sarà, se non pro¬
prio tarata, almeno « aHineata » a 467 kHz,
ma a 465 o a 470, non vuol dire che renda
meno. Per Talta frequenza si proverà a sin¬
tonizzare qualche stazione all'estremo alto
della gamma e si regolerà il compensatore
di aereo per la massima uscita, quindi si
passerà alrestremo basso, e per avere la
massima resa, si agirà ora sul ncleo della
bobina di aereo. Si prov^eranno poi a sinto¬
nizzare le stesse stazioni sul ricevitore usato
per il confronto e sul nostro ricevitore: la
gamma ricevibile dovrebbe estendersi dai 6
ai 15 MHz; se così non fosse, si ritoccheran¬
no, rispettivamente per spostare Testremo
alto o l'estremo basso di ricezione, il com¬
pensatore o il nucleo relativi al circuito di
osoillatore. I punti di riferimento per trac¬
ciare la graduazione della scala di sintonia
saranno altrettante stazioni, scelte possibil¬
mente in prossimità o in coincidenza delle
frequenze a megaciclo intero, e sintonizzate
prima sul ricevitore di riferimento, quindi
sul ricevitore da tarare.
Le prestazioni di questo ricevitore sono state
molto lusinghiere, specie in considerazione
che esso impiega solo due tubi. La stabilità
di funzionamento è più che ottima, e non si
dovrebbe verificare alcun fenomeno di inne¬
sco (che in altri tipi di circuiti riflessi è al¬
l'ordine del giorno) anche in cablaggi più
« aggrovigliati » di quello del nostro proto¬
tipo. Se comunque lo stadio a circuito ri¬
flesso tendesse a saturarsi, specie in presen¬
za di segnali forti, starare leggermente il
primario del secondo trasformatore di media
frequenza, e ogni inconveniente sarà cosi
eliminato, senza che ne abbia a soffrire la
sensibilità e la selettività del ricevitore.
Auguri, quindi, e buoni ascolti... e quando
avrete collegato i W usando questo ricevito-
rino nella vostra stazione di radioamatore,
fatemelo sapere!
Veduta di 3/4 posteriore.
Sì nota airestrema sinistra,
nel fianco del telaio,
sotto il trasformatore,
il foro di passaggio
del cavetto di alimentazione,
provvisoriamente eliminato
per chiarezza di fotografia.
I pochi collegamenti necessari
sono al di sotto del telaio,
alto da terra circa 10 mm.
520
Ricevitore a
cinque
trauiiiii^tori
a
amplificazione
diretta
Oiorg^io Terenzì
Stanco d'infierire suH'unico tran¬
sistor in A.F. nel folle tentativo
di trarre l'impossibile da quel co¬
sino a tre (o quattro) gambe che
amplifica, riamplifica ( reazione )
e amplifica di nuovo (reflex) un
segnale che alla fine risulta suf¬
ficiente solo se è già forte all'ini¬
zio, mi è venuta voglia di speri¬
mentare un circuito a due transi¬
stor in A.F.
E' ovvio che al forte aumento di sen¬
sibilità che con due stadi A.F. si rie¬
sce a raggiungere, deve necessaria¬
mente corrispondere un adeguato au¬
mento di selettività, altrimenti rice¬
veremmo sì tante stazioni, ma tutte
assieme, o quanto meno tutte inter¬
ferite dalla più potente locale.
Ed ecco il punto debole di tal tipo di
ricevitore: circuiti accordati che deb¬
bono essere almeno due e accoppia¬
mento tra i due stadi che non deve
dar luogo a eccessive perdite nè creare
inneschi.
Il duplice problema viene normalmente ri¬
solto accoppiando il primo stadio al secondo
con un circuito accordato identico a quello
d'entrata. Gli inconvenienti che sorgono da
tale soluzione possono essere così riassunti:
pericolo d'inneschi — difficoltà di trovare il
giusto grado d'accoppiamento per la massi¬
ma resa e buona selettività — complicazio¬
ni nell'applicazione del circuito reflex.
Per tali motivi, ho studiato un circuito che
aggira ^i ostacoli su esposti impiegando tutti
e due i circuiti accordati necessari per una
sufficiente sdettività, nel primo stadio A.F,;
cioè ho aggixmto al circuito accordato d'en¬
trata, im circuito accordato in serie tra
l'emittore dd primo transistor e massa.
L'avvolgimento è identico per filo e numero
di spire a quello d'antenna ed è avvolto su
uno spezzoncino della stessa ferrite,
I condensatori variabili saranno costituiti
dalle due sezioni (uguali) di un unico va¬
riabile doppio (CV).
La seconda bobina dovrà essere schermata.
Lo schermo deve essere piuttosto grande
per non diminuire l'efficacia della bobina
stessa.
In tal modo il solo segnale sintonizzato al-
Tentrata troverà vìa libera verso massa poi¬
ché il circuito accordato in seHe presenta
la minima impedenza alla frequenza d'accor¬
do; ogni altro segnale verrà invece bloccato,
poiché il circuito accordato in serie oppone
un'alta impedenza alle altre frequenze.
521
An/iA'St
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t
I
522
iWii ^
E
flt
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523
L'accoppiamento tra il primo e secondo sta¬
dio A.F. è a capacità e qui è ottenuto con
un condensatore ceramico da 50 m-F perchè
deve consentire il passaggio sia al segnale
A.F. che a quello B.F., essendo un circuito
reflex.
Data la forte amplificazione, si è reso op¬
portuno l'impiego del c.a.v. soprattutto per
attenuare le locali.
La tensione CAM. è prelevata all'uscita del
secondo diodo (D2) di rivelazione.
Il segnale B.F. uscente da DI è applicato,
tramite il condensatore elettrolitico C5, alla
base di TRI per subire di nuovo tutta la
catena d'amplificazione, ora in B.F.
Così amplificato, il segnale passa allo stadio
finale formato dal solito transistor pilota
(OC75) e da una coppia di OC72 in contro¬
fase.
L'alimentazione è a 4,5 V ottenuti con tre
elementi miniatura in serie.
II consumo di corrente a segnale zero è di
6 mA.
QUALCHE NOTA DI MONTAGGIO
E MESSA A PUNTO
NeirefFettuare il cablaggio deila parte A.F. è
necessario seguire gli accorgimenti soliti per
circulti del genere, vale a dare: coUcganienti
più corti possibili, circuiti di base non trop*
po vicini a quelli di collettore, circuiti del
primo stadio A.F. ben separati da quelli del
secondo.
Con tutta probabilità si renderà necessario
un condensatore in parallelo alla seconda se¬
zione del CV, esso dovrà essere aggiunto in
sede di taratura, del valore trovato speri¬
mentale (Cx).
Per ottenere ciò più speditamente sarà op¬
portuno utilizzare provvisoriamente un con¬
densatore variabile o semi variabile (Cx).
Si sintonizzerà CV su una stazione non trop¬
po forte verso l'estremo alto della gamma
OM, indi si regoleranno i compensatori in¬
corporati in CV, fino alla massima uscita.
E' probabile che la piccola capacità di que¬
sti non basti ad allineare i due circuiti ac¬
cordati. Si ruoterà, allora Cx e una volta
raggiunto il punto d'accordo, si sostituirà con
un condensatore fisso del valore così tro¬
vato. A sostituizione avvenuta sarà necessa¬
rio ritoccare i compensatori.
La parte B.F. non presenta nulla di partico¬
larmente critico; tutt'al più si potrà variare
in più o in meno il valore del condensatore
C12, in relazione aH'altoparlante usato e al
mobiletto.
ELENCO DEL MATERIALE
RESISTENZE
R, - 470 Q
Ra = 1.000 Q
Rj = 1.000 Q
R 4 = 6.800 Q
Rs = 680 Q
Rfi = 1.500 Q
R 7 = 220 Q
Rs = 560 Q
R, = 8.000 Q
R,o - 82.000 Q
Rii = 2.500 Q Pot. log. con interruttore
Rn = 12.000 Q
R,3 = 220 Q
Ru = 100 Q
Ri, = 3.300 Q
R ,4 = 82 Q
CONDENSATORI
c,
20
nF
Ca
50
nF
C 3
=
200
pF
C 4
=
10
liF
elettrolitico
c,
=
10
elettrolitico
c.
=
10
nF
C 7
10
HF
elettrolìtico
c.
10
jiF
elettrolìtico
c,
30
IaF
elettrolitico
C,o
10
nF
C,i
—
100
gF
elettrolitico
Cia
=
100
nF
Ci3
200
ixF
elettrolitico
VARIE
Li = 90 spire filo smaltato 0 0,3, av¬
volte su ferrite piatta 18x12
La ~ 7 spire stesso filo, avvolte di se¬
guito a Li, Iato massa.
L, = Identica a Li, ma su uno spezzone
di ferrite lunga quanto ravvolgi¬
mento. E' racchiusa in uno schermo
metallico messo a massa.
CV — Condensatore variabile a due sezioni
uguali, a dielettrico solido per tran¬
sistor (G.B.C. n. 0/99)
JAF = Impedenza A.F. da 1 mH (Geloso
n. 556)
TR, = OC170
TRa = Od 69
TRa = OC75
In* Coppia di OC72
TK, I
D, e Da = OA70
Ti — Trasformatore pilota
Ta = Trasformatore uscita per controfase
dì 2xOC72.
AL = Altoparlante a magnete permanente
dì qualunque tipo, purché sensibile.
B = Batteria da 4,5 V
Mobiletto.
524
Trìvalvolare
per
onde medie
e
modulazione di frequenza
Oiuseppe Frizzi
★ Di fronte alla dilagante offensiva dei transistori, che ormai si trovano dappertutto, come il prezzemolo
del buon tempo andato, i dilettanti non devono abbandonare le valvole nè rifiutarsi di impiegarle In circuiti
originali e di buona efficienza. Del resto le valvole, queste quasi anticaglie, nel loro sforzo di rinnovarsi,
stanno dando prova di insospettata vitalità, aiutate in questo dallo sforzo dei progettisti; non solo, ma,
anche dalle lettere che mi giungono da parte di numerosi appassionati, è evidente che molti dilettanti,
possedendo delle valvole, vogliono utilizzarle ottenendo buoni risultati con minima spesa.
Sotto tale profilo questo progetto è veramente degno di essere presentato ai Lettori di cCostruire Diverte >
per alcune simpatiche caratteristiche:
— ha 2 gamme d'onda (OlM e FM)
— comporta una spesa limitata
— monta un gruppo sintonizzatore premontato e pretarato
—ha buona fedeltà di riproduzione con una potenza di 3,5 W -ile
Generalità
Un gruppo premontato e pretarato (GBC
0/463) che utilizza una ECC85, converte il
segnale FM (88-100 MHz) in un segnale FI
sempre modulato in frequenza, ma a 10,7
MHz che viene rivelato dal triodo della
ECH81 con un sistema di superreazione ultra,
audion scelto per il suo minimo soffio, che del
^ resto scompare in presenza di segnale. Il
segnale BF risultante si localizza ai capi
di R6 e sul filtro BF di deenfasi.
Se invece il selettore è commuato in posi¬
zione OM, attraverso un circuito che tra
poco esamineremo, il segnale in ingresso è
convertito a 467 kHz e rivelato dal diodo
OA85. Così il segnale BF si trova ai capi
di Rg. A questo punto, qualunque sia il
segnale BF prelevato dal commutatore, esso
viene usato per pilotare il triodo - pentodo
ECL86 che assicura ima buona riproduzione
con eccellente potenza e fedeltà.
■k * *
Come si è visto nella presentazione, il ricevi-
525
tore consta di due distinte parti RF e FI,
una per le OM e una per la FM, e di una BF
comune.
Esaminiamolo con orxline:
Stadio RF e FI (OM)
Una bobina d'aereo, con presa per reazione
Hartley, effettuata per incrementare la sensi¬
bilità e diminuire la runiorosità del 1° sta¬
dio. sintonizza il segnale, in uno con il varia¬
bile che è incorporato nel gruppo sintoniz*
zatore e lo applica alla grìglia d'iniezione del
pentodo della ECH81 convertitore, la cui pri¬
ma sezione funge da oscillatore (KÀ e G>*)
in un circuito ultraaudion, a una frequenza
di 467 kHz superiore al segnale d'entrata. In
placca il segnale si trova ai capi del prima¬
rio di Ts, e si trasferisce al secondario* dove
viene rivelato, ottenendo un segnale BF.
Stadio RF e FI (FM)
Per la FM si adotta il circuito Premodyne;
esso consiste nella conversione del segnale
in uno _o frequenza più bassa, sempre mo¬
dulato in frequenza, e nella successiva rive¬
lazione a superreazione*
Così della ECC85 un triodo funge da amplifi¬
catore RF e uno da convertitore auto-oscil¬
lante. Il segnale, a 10,7 MHz, si trova in usci¬
ta del gruppo, ai capi del trasformatore FI
in esso incorporato, e viene inviato al triodo
della ECH81 per la rivelazione. Dalla sua
placca attraverso il circuito filtro di deenfasi
(necessario per attenuare le note alte che
la trasmittente, per ragioni tecniche, irradia
maggiormente amplificate), passa, ormai BF,
all'entrata deirampllficatore della stessa*
E' necessario dire che, nonostante la sem¬
plicità del tutto, la sensibilità dell'elaborato,
sulle due gamme, è notevolissima, come la
selettività. Per le OM sensibilità e selettività
sono raggiunte facendo ricorso ad una par¬
ziale reazione sulla convertitrice, mentre per
la FM si raggiungono in modo diverso e pre¬
cisamente, selettività a causa della distanza
alla quale trasmettono le stazioni udibili nel¬
la località, sensibilità dovuta alla superrea-
zione nello stadio rivelatore: a questo pro-
fHDsito rimane da dire che la scarsa seletti¬
vità propria della rivelazione adottata, si di¬
ra ostra un pregio, a causa della larga banda
passante che permette di ottenere una otti¬
ma fedeltà di riproduzione.
Gli stadi di BF sono convenzionali, ma cu¬
rati per ottenere un ottimo responso e sono
muniti anche di controllo di tono*
Alimentazione.^ E' usato un raddrizzatore
0^11 al silicio, sostituibile con una rad¬
drizzatrice in circuito classico, oppure con
un raddrizzatore al selenio da 250 V, 100 mA.
Taratura
Richiede poco tem^po e si effettua come
segue:
per la FM;
Il gruppo è pretarato, quindi tutto il lavoro
consiste nel sintonizzare una stazione, e nel
ruotare i nuclei della FI (posti lateralmente
al gruppo) per il migliore ascolto, che si
ottiene usando un dipolo FM.
ELENCO DEI COMPONENTI
Varie :
1 gruppo 0/463 GBC
1 trasformatore FI 467 kHz (Ti)
1 bobina OM antenna e accordo (L 1 L 2 ) ti-
po
corbetta CS2
1 bobina oscillatore OM ( L 3 ) solo primario
tipo
C53
1 valvola ECH81
1 valvola ECL86
1 valvola ECC85
1 commutatore 2 vie 2 posizioni
1 trasformatore d'uscita 5000 Q 3W
1 diodo 0A85
1 diodo 0A21
Boccola antenna, pagliette, viti, 2 zoccoli
noval, ancoraggi
1 trasformatore alimentazione, secondario a
250 V; BT a 6,3 V.
Condensatori :
Cpl
e CP2 - compensatori da 30 pF
CI
75 pF
C2
390 pF
C3
- compensatore 50 pF
C4
- 10.000 pF
C5
150 pF
C6
- 2000 pF
C7
200 pF
C8
- 10.000 pF
C9
- 22.000 pF
CIO
50 hF
C11
- 3000 pF
C12
500 pF
C13
16 liF
C14
16 M.F
C15
- 10.000 pF
C16
4700 pF
Resistenze :
RI
- 47 kohm
R2
27 kohm
R3
1 Mohm
R4
10 kohm
R5
0,5 Mohm
R6
- 0,3 Mohm
R7
50 kohm
R8
1 Mohm potenziometro
' R9
- 1,5 Mohm
RIO
- 0,25 potenziometro
RII
- 0,39 Mohm
R12
- 180 ohm
R13
1 kohm, 3 W
R14
- 22 ohm, 1 W
La presa sulla bobina L2 è effettuata sul
secondario, a 15 spire dal lato massa: si
procede come segue: si svolgono 16 spire,
si effettua la presa, e sì rìawolge il filo
restante alla rinfusa, fermandolo con qual-
che
goccia di collante sintetico.
526
527
Per le OM.
Si sintonizza una emittente col variabile qua¬
si tutto aperto, e si ruotano Cpi e Cps per la
massima resa, poi un'altra a variabile quasi
del tutto chiuso, e si regolano i nuclei di
L,, Lr, e La per 1 miglior ascolto. Si perfezio¬
na poi la taratura ruotando i nuclei di T,
fino a ottenere il miglior segnale.
Un accorgimento importante è quello di stac¬
care da massa il capo del secondario del
trasformatore FI a 10,7 MHz che non è col¬
legato airisolatore passante n. 1 e di colle¬
garlo alla placca della parte triodo della
ECH81 senza che tocchi il telaio.
E ora buon lavoro!
528
''«J ■ V— : vtfi-»;.'
HantOTa v.
> # : - ii ”_.
SO settembre 1963
^mostra mercato
materiale ^iradlaiitii^tico
4^l . ” *
i£at^SSi.al!itó
★ dai nostri inviati
Un successo* Per la Sezione ARI
di Mantova, in primo luogo, chè
ad essa si deve la ottima organiz¬
zazione e ridea iniziale della ma¬
nifestazione.
Per i partecipanti, che hanno potuto
vedere materiale in quantità e con¬
corso numerosissimo di espositori.
Per le Ditte presenti, che hanno por¬
tato il loro nome a conoscenza di un
pubblico di appassionati o consolida¬
to la loro posizione di prestigio.
Per la nostra Rivista, infine, che ha avuto
modo di constatare la stima e il seguito di
cui il Suo Pubblico la circonda.
La cronaca della giornata è sintetizzabile nella rapida
e mattiniera punta di presenze che ha caratterizzato in
maniera sostanziale questa 10=* edizione culminata,
alle ore 12, nella distribuzione dei numerosi premi
messi in palio tra i partecipanti. Anche Costruire Di¬
verte ha contribuito con una buona serie di premi e
precisamente:
2 scatole di montaggio per radiotelefoni a transistori.
] tester 20.000 ohm/volt.
1 tester 5,000 ohm/volt
1 convertitore a nuvistor per 144 MHz.
1 preamplificatore a nuvistor per 144 MHz,
3 saldatori a pistola.
S abbonamenti a Costruire Diverte.
Nel pomeriggio, dopo la parentesi del pranzo, la mo¬
stra si ripopolava e chiudeva i battenti verso le 17.
Le impressioni su questa decima edizione sono quanto
mai positive, in senso « quantitativo » e si articolano
su alcune interessanti novità riscontrate a differen¬
za delle mostre precedenti.
Un più largo afflusso di pubblico, innanzitutto, a testi¬
monianza della rinomanza raggiunta dalla manifesta¬
zione tra tutti i radioappassionati, c in particolare
presso i giovani. E' indispensabile ini atti che le' nuove
leve alimentino continuamente le file dei radiodilettan¬
ti, ed è un buon segno che ciò avvenga in manifestazioni
specializzate come quella di Mantova.
Da notare inoltre la partecipazione di espositori
« nuovi » alla mostra-mercato; GIANNONl, ZANIBONI
e altri hanno aflrontato per la prima volta il pubblico
« mantovano ».
Anche questo è un fatto di rilievo e va sottolineato;
sappiamo, senza far nomi, che c'erano e ci sono tuttora
degli scettici, ma coloro che hanno « ceduto » sono
usciti dalla mostra-mercato entusiasti, contagiati dalla
atmosfera di interesse e di passione autentica per
relettronica: non mancheranno alle prossime edizioni.
Un altro fatto di grande rilievo è Uorientamento deciso
dei Rivenditori verso le apparecchiature prolessionali
o scmiprofessionali.
DOLEATTO (via S. Quintino, 40 - Torino) Rappresen¬
tante per l'Italia della Hallicrafters ci ha mostralo il
suo bellissimo catalogo-listino, vera lista di tenta¬
zioni per il povero radioappassionato; ma non si creda
che Dolcatto non abbia possibilità di accontentare an¬
che chi comincia o chi non intende .mpegnare forti
cifre in apparecchiature: il ricevitore per OM-OC S-119
costa montato solo 32.000 lire ed è un Hallicrafters!
Opera nelle gamme 550-1600 kHz e 2-16,5 MHz in cir¬
cuito supereterodina, con altoparlante e alimentazione
incorporata, demoltiplica e planetari e cassetta in
acciaio. Assai bello, già un vero piccolo « professiona-
lej» l’S - 120 (onde medie 550 - 1600 kHz - onde corte
1600 kHz - 30 MHz) antenna in ferrite o a stilo per OM,
antenna unifilare per OC; presa per cuTìa, cassetta in
acciaio grigia con finiture argento. E costa poco-
L. 45.000.
Anche RADIOMENEGHEL (viale IV novembre, 12 -
Treviso) e PAOLETTl (via F. Portinari, 17 - Firenze)
esponevano, oltre ad altra merce, prodotti Hallicrafters.
R.4DIOMENEGHEL di Treviso, come ogni edizione della
Mostra-Mercato del Materiale Radiant.stico di Man¬
tova, era presente con una larga messe di apparati
professionali e materiali di ogni genere.
II campionario presente, ovviamente ridotto per que¬
stioni logistiche, mostrava le ultime novità della Hal¬
licrafters e cioè l'SX 117, l'HT 41, USX 110, il CB3a
ecc., quelle della Mosley rappresentate dal grazioso e
già affermato ricevitore CM 1 e dalle antenne dipolo
per trasmissione c per ricezione tipo TD3jr SKL 7 e
RD5.
529
TuolErc facevaiìa spire» \ mtori COR della Cimeli Diibi-
licfr lino AR 22 r HAM-M. ranienna dipolo per aticfuc
bande WJDZZ, i ricevìTori MtX}OTON per ì 2 me tri, le
bobine pi greco della AIR-DUX e una esiiuricìitt scclm
di boccnciionì coassiali della Cold-Line.
Fra le minuterie abbiamo visto: :^.occo1{ di ogni tipo,
variabili ad aria ccramld di tutte le specie, rclfc. ma*
ntipole professionali, isolatori pltex, valvole di oeni
tipo e poi anche materiale $un>los.
Intervistato iJ litolore, ìlMF, ci ha anticipato le no¬
vità tedesche c sunerìcanc che costllolimiiio 1 esclusiva
per U ns, mercato: tmtiasi di ricevitori a nuvUtor per
I 144 MHz e 432 MHz e rotori coassiali.
Nel congedarsi da noi ci ha assicurato la pronta eva-
sicrac degli ordini per ccrrispondenza aUe nugiiori
condizióni per i Lettori dì * Costruire Diverte ».
// cokfìiiio tìm^riciijio (//afi/cm/rers, M&vffv, ecc.).
lidJWHC sfondato mche in Vanacco è ttmstccto
e if mercato ttmruro; d aitgtiriiìmo che i iwstri Cosi rut¬
tori imósino al con trai tacco o almeno si aftìcniinno ni
qunsta contndsta de! giovajìe mercato tieltc foniiUire
per radiodilettanti.
DE LUCA dì Roma esponeva molti prodotti micres-
SBittl. tra i duali ci ha panicólnrmente cólpttt una
bella serie di bobine in argento su supporto ceramica,
e una vasta gamma di valvole e condcnsnton.
FANTINI dilagava e straripava addiriltura: non sdieir.a
davvero questo « forte * de|i*elctttxini^: c dire che
ha iniziato quasi per scherzo, per im diletto personale,.,
Quando sì nasce uomim d*aflari ! Apparccch intuire
gnihche ha espttóto a Mantova, oltre a cciifmma di
componenti, di slrumenlì, di * belle cosme », un no¬
stro amico, da noi incaricato apposilameme* ha im¬
piegato circa im'ora e dieci per passare in msscOTn
con una certa cura tutto lo * show » di Fantini! Per
fortuna che c'c ora il catalogo (anche quello..* provate
a esaminarlo con attenzione e vedrete che vi stan¬
cherete prima voi a leggerlo che Fantini a indicare ciò
di cui dispone IL
ZANIBONI. al ■ battesimo » di Mantova, ha piacevol¬
mente sorpreso i presenti con ì suoi prodotti di alta
qualità; nessuno è tornato a casa sensta un ncor-
dino di Zaniboni (prezzi specialissinìi per radioamatori):
chi un 2N 708, chi delle microresistenze Allen-Bradlcy,
altoparlantini, valvole speciali, 954 nuove a... non ve lo
possiamo dire, non ci credereste; scrivetegli (almeno
il francobollo per la risposta!) e vederete! [Zamboni,
via S. Carlo, 7 - Bologna].
GIAN NONI ha indirizzato una simpatica le iterina ai
partecipanti; anche la Sua Ditta è una - recluta» a
Mantova c Giannoni lo ha furbamente messo in cvjden/a:
una giiwoiie Ditta per ì gitani che, come lui da ra¬
gazzo, hanno tanti desideri c voglia di spendere bene; 1
prezzi c la qualità, su questo puiita Giannoni, e noi ci
anguriamo per i dilettanti che lo possa sempre man¬
tenere.
Veramente fuori deU'ordinario la merce di
(C E.P. - COSTRUZIONI ELETTROTECNICHE
BENONE - Via Colonna, 27 - Pordenone):
<inlHntriri frìà neanche voi ci
olfTiactfa n^^TlQatn !
ZDL
POR-
Eppure è una gran, bella idea per tulli coloro, e sono
Tanti, che hanno spesso necessità di saldare telai <
* rneks », cassette, antenne a tmlkcio.*. comodo vero/
Chissà quanto cosierà un'aggeggio del genere! Qui vi
volevamo: Il prezzo è una bella sorpresa c rapparixchio
si ripaga ben presto: d'altra parte due o tre radtoap-
{ passionati possono riunirsi c Bcquistarc la saldatnce
n società traendo il doppio beneficio dì disporre di
una bella e comoda macchina, spendendo una cifra
assai contenuta.
Come già altre volte, preghiamo chi ci legge di scu¬
sarci per la incompletezza di queste poche righe. dif¬
ficilmente potremmo citare tutti e gli esclusi dunque
non ce ne vogliano.
In definitiva rinnoviamo il nostro plauso alla sezio¬
ne ARI di Mantova per la bella iniziativa che ce¬
menta i rapporti tra i radioamatori e opera l'impor¬
tante, essenziale funzione di avvicinam^to dei piu
giovani, senza il conforto dei quali inevitabilmente il
nostro appassionante mondo elettronico perderebbe una
entusiasta e vivace parte di sè.
Un prodotto singolare e di grande interesse visto a
Mantova; la saldatrice C.E.P. - Pordenone.
E' utilizzata in laboratori, Scuole tecniche e profes¬
sionali, officine di riparazione e costruzione radio¬
elettriche; ottima per artigiani e costruttori di an¬
tenne, tralicci, telai. E' costruita in due modelli;
MODELLO MA 40
ASSORBIMENTO a 220 V - 50 PERIODI
VA minimo 600 costante 1100 max 1900
Rendimento; minimo 15 A costante 40 A max 75 A
(ponte inserito)
Rendimento: minimo 10 A costante 22 A max 35 A
(ponte disìns.)
MODELLO MA 60
ASSORBIMENTO A 220 V - 50 PERIODI
VA minimo 950 costante 1300 max 2100
Rendimento; mìnimo ISA costante 60 A max 95 A
(ponte inserito)
Rendimento: minimo 12 A costante 28 A max 40 A
[ponte disìns.)
Le due macchine sono simili esteticamente: varia
solo l'altezza.
Le due forme di rendimento si ottengono staccando
o attaccando la piastrina del ponte; con ciò si ot¬
tengono due campi di lavoro. A sua volta ogni campo
viene suddiviso mediante il commutatore antìarco a
11 posizioni in undici differenti valori di corrente. In
pratica ogni saldatrice permette di avere 22 valori di
corrente e ciò consente di effettuare qualsiasi tipo di
saldatura dando l'esatto amperaggio necessario.
530
(
Pubblico intorno ai tavolo di Costruire Diverte, che
occupava la posiziona centrale del vasto Salone. Sullo
sfondo a destra si intravede i'insegna FANTINi-SURPLUS.
Presidente deila sezione ARI di Mantova, in
mezzo alla folla dei partecipanti alla 10* mostra-
mercato.
Arrembaggio ai banchi di PAOLETTI (Firenze).
531
Qui abbiamo tentato di farci largo a fona ma la ressa
era massiccia...
Quanta bella roba al lungo e fornitissimo banco di
DE LUCA! *'■
La sezione ARI di Como ha davvero portato una nota
gentile al suo banco. Ma i visitatori si avvicinano per
ammirare solo i componenti elettronici?
*
532
«Vitaliano» (in abito scoro
dietro il banco),
collaboratore tecnico della FANTINI,
è stato attivissimo
nella assistenza
e nella consulenza ai visitatori
e ai Clienti.
Una splendida bobina
argentata su ceramica
(DE LUCA - Roma).
Folla
alia 10“ mostra-mercato
del materiale radìantistico.
541
Al banco dalla ZANIBONI, Mauro Zaniboni (il giova¬
ne), figlio del Titolare signor Adriano, assente per
impegni all'èstero.
Il signor Silvano Giannoni (freccia) al suo banco. E'
la prima volta che la Ditta Giannoni partecipa alla
mostra-mercato di Mantova.
L'angolo « professionale » di RADIOMENEGHEL; fanno
bella mostra Hallicrafters e Mosley.
542
Interesse di visitatori alla vetri netta di
) Costruire Diverte; sono esposti alcuni dei prototipi
pubblicati o di prossima pubblicazione.
Particolare della esposizione FANTINI SURPLUS.
543
Costruire
Diverte
Alcuni articoli nel prossimo numero:
— Radiotelefoni a transistori
— Ricevitore a 2 transistori per 144 MHz
— Compiesse alta fedeltà
— Basta un tocco lieve...
— Calcolo dei circuiti pi-greco
— Generatore di riverbero
ABBONATEVI
ABBONAMENTO PER UN ANNO L. 2.200
INIZIA DA QUALUNQUE NUMERQ
* a cura di attore Accenti *
lia fiskica delle bande
Già altre volte si è menzionato, trattando di
semiconduttori, a una certa struttura esem¬
plificativa, la struttura per banda, atta a
permettere la descrizione completa di quei
fenomeni che hanno sede nelle giunzioni.
Questa struttura ipotetica, utilissima in pra¬
tica, è runica attualmente in grado di rias¬
sumere e spiegare i complicati processi ato¬
mici della conduzione elettrica nei solidi
cristallini; ed è fondamentale nel campo
dei semiconduttori che, come ben noto, sono
un particolare tipo di elementi con caratte¬
ristiche elettriche intermedie tra quelle degli
isolanti e quelle dei conduttori.
Ora non sarà certo inutile dedicare almeno
tino di questi notiziari a un così moderno e
importante arpomento, anche se dei semi-
conduttori esso interessa unicamente la par¬
te teorica.
Per inciso va poi detto che proprio sulla
teoria delle bande poggiano la loro descri¬
zione teorica quei paramenti riferiti ai tran¬
sistori, diodi, ecc., utili nella pratica elettro¬
nica; e che proprio in base a questa teoria
i progettisti di semiconduttori si basano al
fine di studiare e migliorare prodotti che
poi noi acquistiamo sul mercato, a volte con
queirinconsapevole meraviglia di mistero
che solo Vabitudine sa cancellare.
Veniamo quindi alVargomento e cominciamo
col ricordare alcune semplici e basilari no¬
zioni sulla struttura atomica e su alcune
proprietà particolari che ci interesseranno
nel seguito.
E' ben noto come secondo un certo modello
(quello di Bohr), l’atomo sarebbe costituito
da un nucleo centrale caricato positivamente
e da alcuni elettroni orbitanti all’esterno ca¬
ricati negativamente. L’insieme, anche se
molto impropriamente, può immaginarsi pa¬
ragonabile al sistema solare avente come
nucleo il sole e come elementi orbitanti i
pianeti.
In figura 1 è indicato un atomo secondo il
modello di Bohr, dove sono ben visibili gli
ELETTRONI
Fig. 1 - Atomo secondo Bohr
elettroni che compiono orbite ellittiche a
velocità delVordine di grandezza della velo¬
cità della luce.
A noi interessa giungere alla descrizione di
quei fenomeni che vanno sotto il nome di
conduzione elettrica, in generale, e di semi-
conduzione in particolare. Ora la conduzione
elettrica è dovuta unicamente agli elettroni
che si trovano nelle orbite più esterne, per
cui potremo trascurare tutte le altre orbite
sottostanti.
Questo ci consente di semplificare notevol¬
mente il problema che tuttavia resta pur
sempre arduo se non impossibile. Vediamo
perchè.
Immaginiamo d’applicare a un conduttore
un certo potenziale elettrico esterno: gli
elettroni liberi all’interno del conduttore si
muoveranno^ dando origine alta corrente
elettrica di conduzione. Si muoveranno per¬
chè soggetti a un campo elettrico esterno,
ma rimarranno anche enormemente influen¬
zati dai fortissimi campi elettrici interni ge¬
nerati e dai nuclei positivi e da tutti gli altri
elettroni. Il risultato sarebbe un tragitto
molta complesso e impossibile da ridurre
ad uno schema che tenga conto di tutti i
casi possibili. Per nostra grande fortuna
545
nella pratica non ha grande interesse il mo¬
vimento del singolo elettrone, bensì il risul¬
tato del movimento di TUTTA la moltitudine
di elettroni alVinterno del conduttore, che
dà luogo alla resistenza, conducibilità ecc.
in senso tecnico. E' a questo punto che sorge
Vutilità di costruire un modello quanto piti
possibile semplice del cristallo in esame e
sul quale sia possibile argomentare per quan¬
to riguarda il nostro problema: nasce così
la teoria delle bande che prescinde dalle ca¬
ratteristiche di moto dei singoli elettroni,
per considerarli piu semplicemente nella
loro totalità.
La figura 2, che rappresenta visivamente il
complicato moto reale di un elettrone, non
sarà più considerata, ma ad essa si sosti¬
tuirà un'altra figura più astratta, come ve¬
dremo, ma più adatta ai nostri scopi.
Riprendiamo il modello atomico planetario:
abbiamo visto come i vari elettroni siano
disposti in diverse orbite ellittiche, quasi
Consideriamo ora un atomo d'un elemento
conduttore. Questo è conduttore poiché Vul-
timo elettrone è « libero » di muoversi nella
struttura cristallina, e la sua possibilità di
movimenti consente lo scorrere di corrente
elettrica allorché esista un campo elettrico
esterno. Si dice che Velettrone libero occupa
il livello energetico di « conduzione ». In fi¬
gura 3 un atomo di conduttore é disegnato
col suo livello (tratteggiato) di conduzione.
Il livello subito sottostante prende il nome
di « livello di valenza », a significare che que¬
sto partecipa ai ben noti legami di valenza
il cui compito consiste nel legare gli atomi
fra loro in una struttura solida.
A questo punto abbiamo assodato che un
atomo di conduttore presenta un livello ener¬
getico di valenza e un livello energetico so¬
prastante di conduzione (figura 4). S'intenda
bene che in tal caso i due livelli sono occu¬
pati rispettivamente da un elettrone, e che
l'elettrone occupante il livello di conduzione
origina la conduzione tipica dei metalli.
come il nostro sistema solare. Ma tra i due
sistemi esiste una differenza enorme e so¬
stanziale, perchè l'atomo è soggetto a una
strana legge naturale. Precisamente mentre
in un sistema di pianeti questi possono assu¬
mere qualsiasi posizione, nell'atomo ciò non
avviene. A ogni elettrone corrisponde un
certo livello energetico, così come a secondo
della posizione d'un bacino d'acqua corri¬
sponde una certa energia (detta potenziale)
che aumenta all'aumentare dell'altezza del
bacino stesso. Ebbene questa legge naturale
espressa nell'importante « principio d'esclu¬
sione di Pauli » vuole che in ogni atomo un
certo livello energetico sia occupato da uno
e un solo elettrone, escludendo nel modo più
assoluto che altri elettroni occupino un li¬
vello energetico già occupato.
A differenza dei conduttori, gli atomi di ele¬
menti isolanti presentano il livello energetico
di conduzione « vuoto », privo cioè di elet¬
trone e la conduzinoe è quindi impossibile.
Un atomo di semiconduttore (germanio o
silicio) alla temperatura di zero gradi asso¬
luti si presenta come l'atomo di un isolante,
con l'unica differenza che la distanza tra
livello di valenza e livello di conduzione è
molto minore. In figura 5 i tre tipi di atomi
sono confrontati da questo punto di vista.
Già a questo punto possiamo trarre un'inte¬
ressante conclusione: anziché considerare tre
rappresentazioni del tipo di quelle indicate
in figura 2 per i tre tipi di elementi (con¬
duttore, semiconduttore e isolante ), per
quanto riguarda i problemi elettrici possiamo
limitarci alle rappresentazioni di figura 5,
546
che tengono conto di due soli livelli ener¬
getici, quelli di nostro interesse, e con questi
livelli caratterizzare i diversi tipi di atomi
in modo molto semplice. Ma il nostro cam¬
mino non è ancora completo; più d'uno si
sarà accorto come fino ad ora si sia parlato
di «livelli» e non di «bande», e come ci si
sia sempre riferiti unicamente a un solo ato¬
mo di elemento conduttore, isolante o semi-
conduttore. Il nostro compito è invece di
discutere una struttura completa cristallina,
cioè un aggregato di atomi, così come ci si
presenta nella realtà. Nasce in tal modo la
« teoria delle bande di livelli energetici ».
Vediamo come.
Immaginiamo di avvicinare fra loro diversi
atomi, ad esempio di conduttore. Tutti que¬
sti, essendo dello stesso tipo, presentano un
identico livello di valenza e un identico li¬
vello di conduzione.
Ma abbiamo altresì enunciato un principio
(il principio d'esclusione di Pauli), che vieta
a più di due elettroni di uno stesso atomo di
trovarsi allo stesso livello energetico. Ora se
la distanza tra vari atomi è delVordine di
grandezza del diametro dello stesso atomo,
si verifica tra questi un'interazione e gli elet-
conduttore semiconduttore isolante
LIVELLO DI
CONDUZIONE
LIVELLO LIVELLO
Fig. 5 - Disposizione dei livelli nei tre tipi
di elementi a zero gradì assoluti.
LIVELLO DI
VALENZA
atomo singolo
aggregato di atomi (cristallo)
Fìg. 6 - Bande dì livelli energetici.
LIVELLO DI
CONDUZIONE
BANDA DI
CONDUZIONE
LIVELLO DI
VALENZA
BANDA DI
VALENZA
547
temperatura = zero gradi assoluti.
F[g. 7
I tre tipi fondamentali
di strutture per bande.
ELETTRONI
LIBERI
BANDA DI SEMtVUOTA ,
BANDA DI
VALENZA
VUOTA
MENO DI I eV
conduttore
semiconduttore
VUOTA
PARECCHI tV
Z
ìsolante
I
troni non sono più considerabili prescinden¬
do dagli atomi vicini, ma tale principio vieta
che lo stesso livello venga occupato da due
elettroni, anche se di atomi diversi. In prati¬
ca si verificherà uno scostamento dei livelli
stessi, e nella struttura cristallina completa,
in cui gli atomi si trovano stipati a distanze
delVordine di grandezza d'un diametro ato¬
mico, a quello che per un atomo era un li¬
vello, ne verranno a corrispondere diversi
distribuiti in modo quasi continuo intorno
al livello di partenza. Così al livello di va¬
lenza di un atomo, corrisponderà la BANDA
DI VALENZA per il cristallo, e analogamen¬
te al livello di conduzione per un atomo cor¬
rispondente la BANDA DI CONDUZIONE
per il cristallo. In figura 6 è illustrato sche¬
maticamente come si originano le bande di
livelli dai livelli stessi.
Siamo giunti cosi alVimportante conclusione
di poter caratterizzare i diversi tipi di ele¬
menti in base alla loro struttura per bande.
S'intende che quanto detto è solo Vinizio
q^litativo della teoria, tuttavia ci è già pos¬
sibile trarre alcune interessantissime consi¬
derazioni.
Cominciamo col caratterizzare gli elementi
conduttori, semiconduttori e isolanti in base
alla loro struttura per bande. Si distinguono
così i tre tipi di elementi a seconda della
forma della struttura stessa come riportato
in figura 7.
Nella pratica si forniscono precisi dati quan¬
titativi riferiti alla struttura per bande, co¬
me ad esempio la distanza tra la banda di
valenza e di conduzione in elettronvolt, la
densità di carica nelle bande, ecc., di modo
che uno specchietto di valori numerici ven¬
gono a definire completamente (in base a
questa teoria) i vari elementi dal punto di
vista elettrico.
1 semiconduttori, a cui noi siamo interessati
in modo particolare presentano una partico¬
lare struttura per bande, i cui valori nume¬
rici dipendono anche dalle ben note impu¬
rità. Una analisi completa di questa strut¬
tura costituisce il cuore della teoria del tran¬
sistore e di tutti i componenti analoghi.
Alla temperatura di zero gradi assoluti un
semiconduttore è isolante perfetto. In figura
1 si può infatti constatare come semicon¬
duttore e isolante a quella temperatura pós-
siedano un'identica struttura per bande o,
in altre parole, che la banda di conduzione
è vuota, quindi non esistono cariche elettri¬
che di conduzione.
temperatura ambiente (25X.)
Fig. 8
Semiconduttore intrinseco (puro)
a temperatura ambiente.
© © e 0 e 0
© 0 © © © ©
}
BANDA DI
CONDUZIONE
BANDA
PROIBITA
BANDA DI
VALENZA
548
TIPO N
TIPO P
Fìg. 9 1
1 BANDA DI J
r
® . e © 0 e e 1
[ CONDUZIONE 1
1
Cariche elettriche originate in un se- ^
L --
miconduttore da impurità tipo N
e P. A queste andrebbero aggiunte
le cariche di orìgine termica qui
trascurate. |
[ BANDA 01 j
0 0 0 0 0
J
[ VALENZA ^
A temperatura ambiente la situazione si al¬
tera notevolmente per effetto délVenergia
termica: questa è infatti sufficiente a sospin¬
gere elettroni dalla banda di valenza alla
banda di conduzione (figura 8) dando ori¬
gine così a cariche elettriche di conduzione.
Ciò non avviene per un isolante a causa della
notevole distanza tra banda di valenza e ban¬
da di conduzione. Va notato inoltre, che si
formano cariche elettriche positive nella ban¬
da di valenza, dette lacune, là dove sono ve¬
nuti meno elettroni, e che queste cariche
positive partecipano alla conduzione elettrica
(figura 8).
Nei semiconduttori le cariche di conduzione,
sia positive che negative, possono poi essere
originate da opportune impurità introdotte
nel sistema cristallino: si hanno così ele¬
menti tipo N e tipo P con le relative strut¬
ture per bande, come vedesi in figura 9.
Riunendo insieme elemento N e elemento P,
ossia realizzando una giunzione, si origina
quello che nella tecnica viene detto diodo,
e la cui particolare struttura per bande ne
caratterizza teoricamente il funzionamento
(figura 10), In questo caso è necessario sta¬
bilire un livello d'equilibrio a cui riferirsi,
al fine di disporre nel giusto modo le bande
dalla parte della zona P e dalla parte della
zona N. Per tale ragione si è scelto un parti¬
colare livello a cui è stato dato il nome di
« livello di Fermi ». Esso corrisponde a quel¬
lo che per i liquidi è il livello di superbie;
e come in due vasi comunicanti il liquido si
dispone con i livelli alla stessa altezza, così
in una qualsiasi giunzione (a riposo) le ban¬
de da ambo le parti si dispongono in modo
tale che il livello di Fermi venga a trovarsi
alla stessa altezza.
Il transistore non è altro che un insieme di
due giunzioni del tipo di figura 10 disposte
in serie.
549
Lé^ acceuiiìone
a
traiii^i^torì
Il notiziario semiconduttori del n. 7/ó3 dedicato alla accensione a transistori ha suscitato un buon inte¬
resse nei Lettori; molti hanno scritto chiedendo maggiore approfondimento « costruttivo » del sistema e, pos¬
sibilmente, un progetto. L'accensione a transistori non è facile da progettare nè da presentare in forma dilet¬
tantistica perchè occorrono prove piuttosto severe che costano notevolmente in quanto vengono distrutti inevi¬
tabilmente molti transistori e si devono percorrere lunghi chilometraggi in autovettura, anche a rischio di
viaggiare con l'incerto di numerosi fermi e intoppi di marcia.
Non ostante ciò C.D. ha affrontato il problema, rivedendo e migliorando certe esperienze non molto felici
pubblicate un po' frettolosamente circa 3 anni orsono, giungendo alla messa a punto di una accensione tran¬
sistorizzata che è stata collaudata per ora con buon successo. Il dispositivo montato su una FIAT 1500 ha per¬
corso a oggi 2183 km. in diverse condizioni di marcia: montagna, città, autostrada.
11 dispositivo si è mostrato nel complesso efficiente e si sono solamente riscontrate alcune incertezze {perdita
di colpi) dopo notti piovose o molto umide che la vettura ha trascorso all'aperto. Riteniamo però che ciò sia
da imputare a cause estranee al dispositivo vero e proprio e possa essere individuato massimamente nella
umidità localizzata nel sistema di carburazione o nel distributore rotante.
In definitiva desideriamo ribadire lo stato di esperimento di tale progetto e saremo lieti se i lettori ci comu¬
nicheranno gli effetti da loro riscontrati specie su lunghi percorsi: ben volentieri pubblicheremo I risultati di
tali rilevazioni.
Paragonando un motore Ferrari di quest'anno a quello
di una De Dion Bouton di una quarantina d'anni ad¬
dietro, diffìcilmente si potrebbe credere che una impor¬
tante sezione funzionale del bel mostro ruggente e del
patetico « catenaccio » di mezz'età, è rimasta pressoché
identica: invece è proprio così.
Si tratta del sistema d’accensione.
Tutti e due i motori usano il sistema d'accensione a
bobina che in breve soppiantò l'accensione a magnete
precedentemente usata.
L'accensione a bobina non ha, praticamente, subita
alcuna modifica dalla nascita.
Quasi tutti conosciamo i principi sui quali opera; o
per averli studiati all'autoscuola, o per averli appresi
casualmente, leggendo riviste divulgative o d'automobi¬
lismo: in ogni caso una breve introduzione sulla clas¬
sica accensione non sarà inutile ai fini di questo
articolo.
La figura 1, riporta il circuito del generatore di alta
tensione.
Si nota, in essa, che il principale componente del si¬
stema è un trasformatore con il primario a poche spire
e il secondario con moltissime spire.
Un terminale del primario di questo trasformatore
(detto comunemente « bobina ») viene collegato alla
batteria mediante la chiavetta dell'accensione.
L'altro capo del primario della « bobina » è invece
connesso a un sistema di contatto intermittente (le
550
CHI AVt
Fig. 1
« puntine ») azionato dallo stesso motore mediante una
camma.
Quando noi azioniamo ravviamento dell'auto, chiudiamo
prima un braccio del circuito con la chiave, e po
■Sin queste condizioni, è necessario provvedere alla pu
hzia delle superfici o alla sostituzione dei contatti
' periodicamente, a intervalli relativamente brevi.
Molti cattivi automobilisti non fanno mai nessuna revi-
Cacendo girare il motorino d'avviamento, provochiamo ione alle puntine: salvo poi lamentarsi del cattivo
l'apertura e la chiusura delle « puntine » causando 1: avviamento a freddo del motore, o di una « inspiega-
quindi una serie di impulsi di corrente nel primario ” perdita di potenza.
della bobina. b) Alle alte velocità di rotazione, le puntine restEino a
La corrente che passa nel primario genera un notevolejllcontatto per un tetnpo tanto breve da non permettere
flusso magnetico nel nucleo di ferro di cui è munita jg<=he nel primario della bobina scorra un impulso di
la <.bobinL> e appena le puntine si aprono, tagliandoM™"®"*® di ampiezza sufticiente a dare la piena alta
seccamente 1 alimentazione al primario, questo ilusso^^^
magnetico cade, generando un picco di alta tensione'^pAccade quindi che il motore ad alti, regimi abbia
nel secondario della bobina che ha molte più spire del^ffiuna tensione alle candele bassa, che causa un'accen-
primario. insicura: proprio il contrario di quel che sarebbe
^ ^Indesiderabile quando il motore esprime il massimo
L'alta tensione viene poi inviata al commutatore rotante
(«spinterogeno») che distribuisce le scariche alle can-*^
dele, per far deflagrare la miscela benzina — aria che^^c) Per limitare Io scintillio che logora la superficie
si trova nei cilindri tramite la scintilla che l'alta'^delle puntine platinate, in parallelo ad esse è collegato
tensione fa scoccare fra gli elettrodi. condensatore di smorzamento (vedi figura 1). Se da
; . una parte ciò dà un beneficio, dall'altra il condensatore
Il sistema è da molti anni in opera: se ha resistito -?con la sua inerzia di carica — scarica collabora a
per tutto questo tempo, vuol dire che è efficiente peggiorare l'efficenza del sistema d'accensione ai regimi
infatti come generatore di impulsi ad alta tensione e smalti.
semplice, poco costoso, e ottimamente sincronizzabile j . , .
per dare le scariche al momento opportuno. >ncpnvenienti descritti, sarebbero neces-
y^^sarie alcune modifiche al sistema d accensione che
Però, ha anche diversi svantaggi, che analizzeremo di ‘ > permettessero:
seguito. maggiore flusso di corrente nel primario della
a) Le puntine che interrompono il flusso di corrente -"s bobina, a qualsiasi regime di rotazione.
nel primario, sopportano una forte corrente: da 4 a
oltre 8 ampere, nei casi più comuni. Considerando il
momento dell'avviamento del motore quando le puntine
si aprono e si chiudono lentamente, questa forte cor¬
rente causa una alta temperatura al contatto: che di
seguito, tende a rovinare la superficie delle stesse
puntine con la caratteristica formazione di ossido az¬
zurro che è un cattivo conduttore e copre gran parte
della puntina, riducendo ad una piccola zona la super¬
ficie che dà il contatto: dovendo passare per una
piccola superficie la forte corrente tende a scaldare
sempre più la superficie, e ad azzurrarla completamente.
. b) Una minore corrente passante attraverso le puntine.
c) Una più rapida azione delle puntine che non dovreb¬
bero restare « lungamente » a contatto ai bassi regimi
di rotazione.
Come si vede i primi due punti sono apertamente in
antitesi fra loro, e l'ultimo è irrealizzabile!
Qualche anno addietro numerosi costruttori, nell'intento
di migliorare le prestazioni degli impianti di accensione,
misero in commercio delle « superbobine » che non
erano altro se non bobine normali che consumavano
551
transistor
■©
MILLIAMPEROMETRO
E]
“h
batteria
Fig. 2
maggior corrente al primario, e davano una tensione
superiore al secondario.
Queste « superbobine » agli alti regimi fornivano ima
tensione minore, come al solito: però questa essendo
in partenza più alta del normale, forniva comunque
una accensione più stabile e « sicura » delle normali
bobine.
Per contro, il maggiore assorbimento primario, causava
un ancor più rapido logorio delle puntine, e ancor
più difficili partenze a freddo.
C^rto, non erano queste « superbobine » che potevano
ringiov 2 mire il vecchio sistema.
Una soluzione funzionale e reale, invece, si è affac¬
ciata alla mente dei progettisti dopo l’awenuto sul
mercato dei semiconduttori a notevole dissipazione.
Per chiarire m^lio il concetto in base al quale i semi-
conduttori possono fornire la chiave per modernizzare
e rendere efficente l’accensione classica, puntualizze¬
remo rapidamente il funzionamento di un transistore.
11 transistore è un amplificatore di corrente.
Collegandolo come alla figura 2, non scorre (teorica¬
mente) alcuna corrente fa il collettore e l'emettitore.
Se invece si collega una piccola sorgente di tensione
fra la base e l'emettitore del transistore collegato nello
stesso circuito (nello schema di figura 3 è rappresen¬
tata dalla pila B2) nel circuito B-E scorrerà una cor¬
rente, di bassa intensità: però per effetto deU'amplifica-
zione nel circuito emettitore — collettore del transistore
scorrerà una corrente più intensa.
Fatta questa constatazione, è facile pensare di impiegare
il transistore in una modifica all'accensione tradizionale
ottenendo la eliminazione della maggioranza dei difetti
esaminati.
Lo schema della figura 4, indica il principio generale
della applicazione del transistore all'ignizione.
Come si vede, le puntine platinate non interrompono
più la intensa corrente di alimentazione del primario
della bobina, ma solo il circuito di base del transistore.
E' lo stesso transistore che fimge da interruttore per
la_ bobina, sopportando la corrente primaria.
Il funzionamento del circuito è semplice: come abbiamo
visto prima, con la base non polarizzata (puntine
aperte) il transistore non conduce corrente, quindi
nella bobina non scorre la tensione della batterìa.
Quando si chiudono le puntine, invece, la base viene
polarizzata negativamente, e nello stesso istante il
transistore conduce una forte corrente che attaversa
il primario della bobina.
Aprendosi nuovamente le puntine, la base del transi¬
store non è più polarizzzata, e il transistore blocca il
flusso, così come un interruttore che si apra.
Il vantaggio dell'applicazione del transistore al circuito,
è che il guadagno di cui esso è capace, si riflette in
una proporzionale diminuzione della corrente che deve
passare per le puntine.
Per esempio: ammettiamo che il transistore abbia un
guadagno di corrente di 40 volte.
Ammettiamo, per semplificare, che il primario della
bobina, deva essere alimentato con una corrente di 4
ampere.
In questo caso, per ottenere che il transistore passi
alla bobina la corrente richiesta, dato che il suo gua¬
dagno è di quaranta basterà applicare al suo circuito di
base una corrente di soli 100 milliampere (0,1 A) che è
quella che passerà attraverso le puntine.
In un certo senso, si potrebbe dire che il transistore
funge da servorelè; infatti un relè la cui bobina fosse
comandata dalle puntine compirebbe la stessa funzione
(Fig. 5).
552
Naturalmente, F>erò, si tratta di un concetto puramente
esemplificativo e teorico, dato che nessun relè fino ad
oggi costruito, potrebbe sopportare i tempi di lavoro,
la velocità d'operazione, il numero di cicli, che sareb¬
bero imposti da un solo chilometro di strada con il
motore a 4000-^5000 giri.
Il transistore invece può tranquillamente commutare
la corrente a queste velocità e anche a tempi inferiori.
Tornando agli appunti che inizialmente avevamo fatto
all'accensione, considerando le lacune del sistema tra¬
dizionale, possiamo ora dire che la applicazione del
transistore e la drastica diminuzione della corrente
che deve attraversare le pimtine, ha risolto molte cose;
infatti ;
— La corrente che passa per le puntine, essendo una
frazione di ampere, non è tale da surriscaldarle negli
avviamenti a bassa temperatura, nè sovraccarica una
batteria eventualmente debole.
visioni di puntino, consumo eccessivo di benzina:
mentre doterà di un particolare « sprint » il motore
agli altri regimi.
— Il condensatore in parallelo alle stesse puntine può
essere eliminato, a tutto vantaggio dell’eflicienza agli
alti regimi.
— Anche se le puntine si toccano per un breve istante,
quando il motore fa molti giri, una forte corrente
scorre ugualmente nel primario della bobina, dato che
il momentaneo contatto è sufficiente a polarizzare la
base del transistore e quindi a provocare l'assorbi-
mento di ima forte corrente attraverso il transistore.
E' da notare infine che le puntine non solo sono av¬
vantaggiate nella mancata usura dal portare una pic¬
cola corrente, ma anche perchè nell'uso normale, quando
il contatto si chiude o si apre, si sviluppano delle
sovratensioni di picco di notevole ampiezza; valutabili
talvolta a centinaia dì volt.
11 transistore invece, commutando la tensione per via
elettronica e non meccanica, non dà luogo a questi
picchi, nè ne soffre.
Concludendo, diremo che l'adozione del transistore nel¬
l'accensione eviterà difficili partenze, sostituzioni e re¬
UN ESEMPIO COSTRUTTIVO
Nella prima parte deU'articolo, abbiamo
esposto i vantaggi che può dare una moderna
aocensdone a transistori al posto della vec¬
chia ignizione che è sempre meno ^adatta ai
moderni « sprint » ad alti regimi di rotazione.
Fig. 4
553
r
Alla figura 4, abbiamo anche mostrato un
circuito di principio, per illustrare pratica-
mente una disposizione circuitale che si adat¬
tava lairuso.
E’ bene chiarire che il circuito iilustrato
non può essere praticamente adottato, per¬
chè esso è sprovvisto di stabilizzazione e spe¬
cialmente di protezione dalle sovratensioni
ohe si formano per ogni operazione di inter¬
ruzione.
Il circuito della figura 6) invece è lo sche¬
ma di -un circuito pratico e utilizzabile su
tutte le autovetture che hanno il polo posi¬
tivo della batteria isolata, e il negativo a
massa.
Come si vede, la disposizione dello schema è
pressapoco quella accennata alla figura 4)
però sono stati aggiunti diiversi componenti.
Seguiamo il tutto analizzando i dettagli.
Il transistore riceve sulla base una tensione
negativa prelevata da massa, attraverso la
RI, quando le puntine si chiudono.
In questa condizione conduce, e la tensione
della batteria attraversa il primario della bo¬
bina.
Appena le puntine si aprono , il transistore
tronca di colpo di passaggio della corrente:
però riceve un « contraccolpo » dalla bobina,
dato da una forte tensione inversa che è ori¬
ginata dalla smagnetizzazione del nucleo.
Se questa tensione inversa non venisse in
qualche modo eliminata, il transistore ne
sarebbe distrutto, dato che essa può rag¬
giungere delle ptmte di cento e più volt.
Per prevenire il luttuoso evento, un diodo
Zener (DZ) da 30 volt è collegato in paral¬
lelo al transistore sicché, appena arriva il
picco di ritorno che perforerebbe le giun¬
zioni, la sua resistenza interna crolla e la
sovratensione viene inviata a massa.
E' da notare il condensatore (Cl) collegato
in parallelo al diodo.
Esso serve a evitare certe oscillazioni pa¬
rassite notate nel prototipo, probabilmente
causate da armoniche delle sovratensioni
istantanee, che raggiungevano valori ele¬
vati e minacciavano la integrità del diodo
e del transistore.
Mient'altro da dire, sul circuito: è sempli¬
ce, ma funziona molto bene; è stato da noi
provato in un viaggio attraverso Tltalia per
circa 2200 chilometri, e non ha dato luogo
ad alcun inconveniente, montato su di un
1500 FIAT, il motore del quale raggiunffe
elevati regimi, e la bobina del quale assor¬
be una notevole corrente.
Due parole, ora, sui componenti da usare
per costruire un sistema d’accensione tran¬
sistorizzata come questo.
Il componente più importante è indubbia¬
mente il transistore.
ALTA
TENSIONE
Fig. 5
f
554
Esso sarà PNP, innanzitutto; è previsto per
sopportare correnti e tensioni particolar¬
mente elevate : più elevate di quelle che
siamo abituati a incontrare nelle radioco-
struzioni.
Come abbiamo detto, la corrente d'alimen¬
tazione del primario delle bobine d'accen¬
sione, è compresa fra i quattro o cinque
ampere e supera a volte gli otto ampere.
Il transistore da impiegare nel nostro cir¬
cuito dovrà pertanto essere capace di sofp-
portare correnti di 10 A almeno, per otte¬
nere un funzionamento attendibile e dura¬
turo.
Quanto alle tensioni, sarà bene che il tran¬
sistore impiegato possa lavorare almeno a
due o tre volte la tensione della batteria,
per le solite considerazioni di durata.
Nella produzione USA sono moltissimi i
transistori che possono essere adottati: la
nroduzione DELCO RADIO, quella della
MOTOROLA e la « line » della TEXAS IN¬
STRUMENTS riportano decine di transi¬
stori da 10-ì-15 a 50 e più V.
Fra gli europei la scelta è meno vasta, però
certi transistori industriali di potenza, come
l'ASZlS, possono essere impiegati.
Nel prototipo il transistore commutatore è
un 2N512/A della Texas Instruments, che
sopporta tensioni collettore-emittitore del-
Tordine dei 60 volt, e ha una beta compreso
fra 30 e 60, a correnti di collettore dell'ordi¬
ne dei 14 ampere.
Il 2N512/A è dunque un piccolo colosso e
non costa molto in relazione alle prestazio¬
ni: circa otto dollari in USA, e circa cin¬
quemila lire in Italia.
Nel prototipo, previsto per essere «strapaz¬
zato » e sottoposto a dure prove e sovracca¬
richi accidentali, sono stati montati DUE
transistori 2N512/A posti in parallelo Ira
di loro, per aumentare il limite di sicurez¬
za nella corrente massima ; generalmente
però uno è sufficente anche per alimentare
le « superbobine » di non lieta memoria, pre¬
cedentemente discusse.
L'altro semiconduttore impiegato, è il dio¬
do Zener che evita la perforazione delle
giunzioni del transistoré a opera delle ten¬
sioni di « ritorno ».
Per esempio : nel nostro caso specifico, il
transistore 2N512/A sopporta tensioni mas¬
sime di 60 volt: quindi, il diodo Zener lo
abbiamo scelto con una tensione di « crol¬
lo » di 30 volt.
Qualsiasi tensione superiore a 30 volt viene
così eliminata dallo Zener, e ci sono ancora
30 volt di scarto a protezione del transi¬
store.
Come regola generale nella scelta del dio¬
do, si terrà sempre presente quanto ora
detto : la tensione di « Zener » del diodo,
dovrà essere sempre notevolmente inferio¬
re alla massima tensione che il transisto¬
re può sopportare.
La dissipazione necessaria per lo Zener è
I watt.
Nel prototipo è stato usato il diodo 1N1938
che ha una tensione di 33 volt.
Questo diodo è stato acquistato nella piaz¬
zetta di Livorno ove si radunano i com¬
mercianti di roba americana etc^rosenea
per lo più proveniente dai marittimi o dal
campo Darby.
Una ricerca del genere è comunque scon¬
sigliabile, da parte del Lettore: sii importa¬
tori o i più forniti magazzini notranno
prontamente fornirgli uno Zener da 1 watt
e della tensione richiesta.
Per finire diremo che le due resistenze sono
a filo, e il condensatore è a mica argentata.
II montaggio dei componenti che adattano
l’accensione in « elettronica » realizzato su
di una semiscatola Teko (articolo 1550).
I due transistori 2N512/A sono bloccati sul
lato maggiore, e isolati dalla lamiera con
le opportune lastrine di mica che vengo-
555
no fornite con i transistori. Le lastrine, la
lamiera, i fondelli dei transistori, sono
unti con grasso al Silicone, per una miglio¬
re conduzione termica, dato che i transi-
s tori producono un notevole calore duran¬
te il funzionamento a causa delle elevate
correnti che passano.
Tutti gli altri componenti, incluso il dio¬
do, sono montati su di una basettina di pla¬
stica forata sistemata airintérno della se¬
miscatola.
I collegamenti fra le parti sono pocliissi-
mi e indegni di qualsiasi appunto.
Naturalmente è necessario rispettare la « po¬
larità » del diodo, pena l'immediato fuori
uso dei transistori alla prima prova, ad
opera dei picchi di tensione inversa già
detti.
Terminato il cablaggio bisognerà cercare
dentro al cofano della macchina una posi¬
zione adatta per fissare il complessino : na¬
turalmente esso dovrà essere tenuto lon¬
tano dai punti più caldi del motore : il
collettore di scarico, particolarmente.
La soluzione ideale per montare l'adattato¬
re sarebbe un punto aereato, lontano da
parti calde e dove potesse anche essere
protetto e schermato da spruzzi dì acqua
e fango.
Col,legare l'adattatore all'accensione della
vettura è semplice: basta interrompere il
filo che va dalle puntine platinate al prima¬
rio della bobina e collegare allo spintero¬
geno la resistenza RI, mentre alla bobina
andrà il filo del collettore.
Anche il filo d'alimentazione proveniente
dalla chiave dovrà essere staccato dalla bo¬
bina e portato all'emettitore dei transistori.
Il capo delle bobine, ora scollegato, verrà
collegato alla massa.
Terminate queste semplici operazioni si può
provare il funzionamento dell'aocensione
transistorizzata.
Nessuna regolazione o messa a punto è
necessaria per il motore, dato che non si
tratta di una diversa accensione, in defini¬
tiva, ma solo di un congegno che scarica
le puntine platinate dalle loro gravose con¬
dizioni di lavoro.
Volendo, un lavoro perfetto e definitivo può
essere realizzato cambiando una volta per
tutte le puntine platinate prima di mettere
in opera l'adattatore transistorizzato.
E dite pure addio alle soste dall'elettrauto
per pulire le puntine : ora c'è un transistore
che lavora per Voi!
Fig. 6
PUNTINE
ALTA TENSIONE
A ALLO SPINTEROGENO
^ (DISTRIBUTORE )
BOBINA
SEC.
Nota: le connessioni del
2N512/A sono le seguenti:
Piedino grosso: EMETTITORE
Piedino sottile: BASE
CAMMA
Carcassa: COLLETTORE
■ A MASSA
— (-Ì2VJ
1 ALLA CHIAVE
^D'ACCENSIONE
(-1- 12 V )
A MASSA
(-t 2 V )
556
Oi^^ervazioiii
di
acuiitica applicata
ing^« I?I. Ariani}
Alta fedeltà (high fidelity —> Hi Fi), altis¬
sima fedeltà (HHFF... come dice un amico di
Bologna), decibel, compensazioni fisiologiche
del tono...
E dell'orecchio umano, giudice ultimo della
« qualità », non vogliamo parlare?
Ho pensato perciò di riunire alcune elementari
nozioni di acustica applicata, che ciascuno po¬
trà integrare a mezzo di testi specializzati; lo
spunto, anzi, m'è venuto dall'ottimo corso del
collega Pezzi, che ha recentemente trattato del
decibel; attenzione però: queste poche righe
non rappresentano nè una ideale continuazione
di quelle notizie, nè tantomeno una integra¬
zione.
Iniziamo con qualche considerazione sui
suoni e sulle armoniche per esaminare
quindi il comportamento deirorecchio uma¬
no alle sollecitazioni sonore e trarre alcune
conclusioni di natura pratica.
I suoni - I suoni sono vibrazioni deH'aria
di caratteristiche tali da poter essere perce¬
pite dall'orecchio umano ; la gamma delle
frequenze udibili dall’uomo è compresa al-
l'incirca tra 15 Hz e 20.000 Hz.
Le pressioni trasmesse dai suoni normali
sono molto piccole, deirordine dei milione¬
simi di atmosfera e le pulsazioni hanno un
andamento che è sensibilmente periodico,
almeno per intervalli di tempo convenien¬
temente piccoli. Ciò significa che, costruendo
un diagramma cartesiano « variazioni di
pressione-tempo », si possono osservare for¬
me d’onda sensibilmente uguali tra loro per
diversi periodi.
Normalmente i treni d'onde modificano la
loro forma con sufficiente gradualità ; ciò
consente allo studioso e al tecnico di con¬
siderare come alternate ( in senso elettro-
tecnico ) le tensioni e le correnti a bassa
frequenza che i suoni provocano negli ap¬
parati radio, applicando alle medesime i
normali concetti di periodo (o frequenza),
ampiezza, fase, armoniche, ecc.
Sulle armoniche apriamo una breve paren¬
tesi. L'andamento elementare di una gran¬
dezza alternata è regolato dalla relazione
y ^ senx, equazione della sinusoide pura
nel campo cartesiano. Le pulsazioni e tutti
Fig. 1 - Rappresentazione grafica
delia funzione y = sen x
557
i fenomeni oscillatori periodici tendono a
verificarsi con legge sinusoidale, a una certa
frequenza.
D'altra parte è assai^ difficile che i fenomeni
naturali, e tra questi in special modo i suo¬
ni, seguano andamenti rigorosamente sinu¬
soidali : le forme d'onda di tali grandezze
appaiono tutt'altro che perfettamente si¬
nusoidali ; viste, ad esempio, all'oscillosco-
nio presentano gobbe e rientranze delle
fogge più strane. Tali deformazioni sono da
attribuirsi alla presenza di armoniche in
numero discreto o infinito, multiple intere
in frequenza di una oscillazione fondamen¬
tale, detta anche prima armonica o armo¬
nica di primo ordine. E' importante osser¬
vare che la frequenza dell'onda complessa è
uguale a quella della prima armonica. Si
coniprende quali difficoltà presenti la scom¬
posizione in armoniche di un'onda comples¬
sa; assai facile, invece, date diverse oscil¬
lazioni con loro ampiezze e fasi determi¬
nate, ottenere la corrispondente forma di
onda risultante.
Esiste a riguardo delle armoniche un teorema fonda-
nientale, basato su considerazioni matematiche che
richiedono una preparazione specifica; il teorema di
Fouiier.
Ci limitiamo alla sua enunciazione; i principianti fac¬
ciano un atto di fede, gli esperti già Io conoscono, ovvero
possono rintracciarne la dimostrtizione su testi di Ana¬
lisi matematica o di Fisica,
Teorcnia d[ FciuHer - Una grandezza ìinermia
non sinusòidale può sempre considerarsi come
la rlhulianiie di un numero discreto o infinSto di
grandezze al ternate sinusoidali, aventi ampieJEZe
e fasi iniziali opponime* delle quali una. avente
la stessa frequenza della grandezza in questione,
Hi chiama fondamentale ù prima armonica e le
altre, aventi frequenKa doppia, trìpJa, cn-
nupla della fondamentale si chiamano seconda
armonica, terza armonica crmupla armonica;
non è detto che in un'onda complessa vi siano
tutte le armoniche comprese tra la fondamen-
tale e quella di ordine più elevato.
Le armoniche danno il timbro ai vari suoni, consen¬
tendo di distinguere il « do » del pianoforte dal cor¬
rispondente « do » del violino, del violoncello e di
un altro strumento, tal che se non esistessero le armo¬
niche sarebbe possibile costruire un solo strumento
musicale dotato di note « pure », assolutamente sinu¬
soidali. Le armoniche dunque non sono una comoda
rappresentazione matematica o grafica, ma esistono real¬
mente; dato un ricevitore operante sulla geimma dei
2 metri e capace di sintonizzarsi tra 143 e 146 MHz.
si può tranquillamente ascoltare la sesta armonica di
un trasmettitore sui 28-e-29 MHz (28,7 x5 = 143,5 MHz);
provare per credere.
Si è detto che i suoni, ossia gli stimoli so¬
nori udibili dall'uomo, occupano ima gam¬
ma di frequenze che va aU'incirca da 15 Hz
a 20.000 Hz ; la più grossa canna di un
organo, quella che nei dischi di Ferdinando
558
Germani o di Luigi F. Tagliavini sembra
proiettare il cono dell'altoparlante fuori dal
traferro, dà una fondamentale che è sotto
i 20 Hz, arrivando fino a 16 Hz!
Il più alto « do » del pianoforte (quello
che ha una mezza dozzina di tagli in gola)
è sui 4186 Hz, in fondamentale.
La nota però, come s'è detto, è ricca di
armoniche e queste vanno normalmente
molto più in su, anche in campo ultraso¬
nico (la sesta armonica del già citato «do»
è oltre 1 20.000 Hz).
Il comportamento delVorecchio umano alte
sollecitazioni sonore.
Se supponiamo di far scorrere in un mil-
liamperometro una corrente elettrica, di
cui possiamo regolare l'intensità in un cam¬
po piuttosto ampio, ci accorgeremo che esiste
un limite minimo di apprezzabilità della de¬
viazione dell'indice.
Molto alla buona possiamo dire che per quel¬
lo strumento la massima sensibilità è rappre-
s^tata dalla corrente che dà la minima de¬
viazione apprezzabile deH'ago.
A.nalogamente l'orecchio, pure nel silenzio
assoluto, non percepisce suoni di intensità
inferiore a un certo minimo; tale limite è
detto soglia di udibilità.
Con ragionarnento del tutto simile si defini¬
sce una soglia di dolore corrispondente al
limite massimo di udibilità di un suono, ol¬
tre il quale non si ha più una sensazione so¬
nora ma si percepisce solo dolore. La soglia
di dolore non varia moltissimo con la fre¬
quenza del segnale, mentre la soglia di udi¬
bilità è molto variabile con la frequenza.
Ad esempio un segnale avente frequenza di
16 Hz (molto bassa) deve avere almeno una
intensità di un centesimo di microwatt per
centimetro quadrato per essere udito, men¬
tre un segnale a 1000 Hz (è circa un uuuu...)
è già udito a bassissima energia: 10-’° micro-
watt/cmq: ad alta frequenza sonora, 20.000 Hz
(sibilo acutissimo), renergia deve essere
sul milionesimo di microwatt/cmq per dare
un accenno di sensazione sonora.
La soglia di dolore, più uniforme come s'è
detto, ha un valore medio intorno a 100 mi¬
crowatt/cmq.
Risulta una prima sensible differenza tra
l'orecchio e il milliamperometro. Mentre in
quest'ultimo il rapporto tra la portata di
fondo scala e la minima deviazione avverti¬
bile è in genere inferiore a 1000 (è difficile
che uno strumento da 1 mA fondo scala
« senta » il microampere), nell'orecchio l'ana¬
logo rapporto è estremamente più elevato.
soglia di udibilità è di appena 10-’° uW/cmq;
100
il rapporto è di- = 10 ^^ ^ lO’x 1000 ossia
10-^0
un miliardo di volte mille (che era il massi¬
mo rapporto del milliamperometro)!
Possiamo concludere che l'orccch'o è uno
« strumento » molto elastico, con una escur¬
sione di sensibilità eccezionale che gfi con
sente di avvertire sia il volo di un insetto
che il fracasso di un martello pneumatico.
Una seconda notevole differenza tra il md-
liamperometro e l'orecchio è che il primo
è governato da una relazione lineare del
tipo y = kx (veri grafico), tale che la devia¬
zione deH'indice è direttamente nroporzio-
nale alla intensità di corrente che scorre
nella bobina mobile; si può scrivere a = ki
in cui a è l'angolo di deviazione dell'indice
e i è la intensità di corrente. Tale legate dice
che raddoppiando la causa (corrente) rad¬
doppia anche l'effetto (deviazione dell'ago).
L'orecchio non segue assolutamente una
legge lineare; infatti se si raddoppia Io sti¬
molo, ossia l'intensità sonora, la sensazione
uditiva non risulta doppia, ma solo un poco
superiore alla precedente. Costruendo il cor¬
rispondente grafico si ottiene una curva di
tipo logaritmico.
Come per il milliamperometro, detta io la minima cor¬
rente avvertibile, si può scrivere che la deviazione a
dalla oosizione di riposo <in cui a=0) per una cor¬
rente i è:
a = k (i — io)
così per l'orecchio si può scrivere che la sensazione
uditiva S per uno stimolo s (essendo la sensazione udi¬
tiva uguale a zero per lo stimolo So, (soglia di udibi¬
lità) è data da:
S = k [log s — log So]
che per le proprietà dei logaritmi si scrive:
S = k log-
So
Ora è molto difficile definire una unità di misura della
intensità di sensazione sonora S, poiché questa è una
grandezza da rapportare a un organo umano, il cui
comportamento non può essere agevolmente legato alle
unità note (metro, chilogrammo, secondo, ohm...).
Rifacendoci alla formula sopra scritta poss'amò solo
dire che la sensazione sonora è proporzionale al loga¬
ritmo del rapporto tra gli stimoli.
In elettroacustica gli stimoli conviene esprimerli sotto
forma di potenze per cui possiamo scrivere
P
S=k log-
Po
Date due sensazioni sonore Si e S?, si potr" scrivere
Pi P2
Si=k log-■ S: = k log-
Po Po
c l'incremento di sensazione sonora sarà:
P2 Pi Pj P., P2
S 2 —Si = k [log-log-] = k log -= k log -
Po Po ’i /Po Pi
Perchè l'orecchio avverta una variazione di intensità
sonora è necessario che Pa sia superiore a Pi di
Pa 1,25
almeno il 20-:-25% tal che risulta log -= log -
Pi 1
A 1000 Hz infatti la soglia di dolore (« fondo uguale a o i (=—
scala ») è di circa 100 i-iW/cmq mentre la ' io
559
r
Fig. 3 - In un millìamperometro, causa (cor¬
rente) e effetto (deviazione del-
l'indice) sono legati da una leg¬
ge lineare y = kx.
Fig. 4 - Per l'orecchio, causa (stimolo) e
effetto ( sensazione sonora ) sono
legati da una legge logaritmica
y = log X,
A tal punto conviene porre k = 10 così che risulta, in
corrispondenza di P2 — 1,25 Pi :
1,25
S2-Si = 10 log-=10 • 0.1 = 1 {*).
P3
L'espressione 10 log - viene per convenzione misurata
Pi
con una nuova unità detta decibel in onore dell'ame¬
ricano Grahm Bell, di cui è nota la pretesa invenzione
del telefono. Pertanto l’incremento di sensazione so¬
nora o meglio il guadagno di potenza in decibel con¬
seguente al passaggio d^a una potenza Pi a una po¬
tenza P 2 viene espresso da
P 2
NdB= 10 log-
Pi
e nel caso di P 2 = l,25 Pi risulta, come si è visto al (*),
NdB=l decibel
La comodità di porre k = 10 è pertanto nel poter espri¬
mere 1 decibel come il minimo incremento di poten¬
za sonora capace di provocare nell'udito uno stimolo
incrementato. A questo punto abbiamo richiamato, a
riguardo del decibel, quanto ci occorreva per proseguire
il discorso con un minimo di completezza e rimandiamo
a trattazioni specializzate coloro che volessero appro¬
fondite le loro cognizioni sull'argomento.
Si è già introdotta la nozione di soglia di
udibilità e di soglia di dolore, e si è detto
che la prima è molto dipendente dalla fre¬
quenza, la seconda assai poco. Trattiamo
ora l'argomento più da vicino. Si esamini
a tale scopo la figura 5.
Si assume per convenzione il livello zero
decibel in corrispondenza alla soglia di udi¬
bilità a 1.000 Hz: si osserva come a 23 Hz
lo stimolo sonoro deve essere di ben 70 dB
perchè si possa udire qualcosa; ciò significa
che perchè un suono a 20 Hz venga almeno
percepito deve avere una intensità ricavabi¬
le dalla relazione
P2
NdB = 10 log-
P,
in cui NdB è = 70 e si pone P 2 = nPi (« n » volte
superiore a Pi).
Si ottiene 70 = 10 logn ossia
logn = 7 da cui
n - 10.000.000!
Pertanto l'orecchio per avere la minima per¬
cezione sonora a 23 Hz deve ricevere uno
stimolo dieci milioni di volte più intenso
dello stesso stimolo alla soglia a 1000 Hz!
A 5000 Hz invece basta uno stimolo inferio¬
re a quello della soglia a 1000 Hz (la curva
va sotto lo zero decibel). La soglia a 5000 Hz
è infatti circa — 5 dB : trascurando il se¬
gno — che dà soilo indicazione della minore
potenza necessaria, si ottiene:
5 = 10 logn ossia
logn = 0,5
n ~ 3,3
Per percepire un suono avente frequenza di
5(X)0 Hz è già sufficiente una potenza che è
all'incirca un terzo di quella richiesta a
1000 Hz. Dall'esame della curva e dai conti
fatti risulta chiaro quindi che l'orecchio
umano è poco sensibile a deboli suoni aven¬
ti frequenza bassa (inferiore a 100 150 Hz) ;
questo è assai utile nella tecnica degli am¬
plificatori B.F. e dei radioricevitori, perchè
rende più semplici e economici gli alimen¬
tatori in alternata in quanto il ronzio resi¬
duo, essendo a bassa frequenza, è mal perce¬
pito dall'orecchio.
Come contropartita ci dobbiamo sorbire il
fruscio dei dischi che ha frequenze compre¬
se tra 3.000 e 6.000 Hz circa, zona di mas¬
sima sensibilità dell'orecchio. La soglia di
560
AUDIOGRAMMA NORMA LE I(FLETCHER-MUNSON)
.0 1 I .0 1 .01 3.0 1 3.01 „,. 0 l
OlOWliS 01130 V1ÌSN3ÌN1
Fìg. 5 - Grafico decibel-frequenza
Il confronto tra gli audriogrammi individuali e quello medio normale qui riportato
consente la misura di difetti individuali (a es. la sordità).
dolore è mediamente sui 120 dB con punte
di 130 alle frequenze più basse.
L'intero campo dei suoni udibili dall'uomo
è dunque compreso tra le due soglie e i due
limiti di 15 e 20.000 Hz (aiirincirca).
La differenza tra le soglie di udibilità e di
dolore nella gamma « media » di frequente,
tra i 500 e i 10.000 Hz si mantiene sui 120
decibel! Il rapporto delle potenze è dunque
120 = 10 logn
n - 10-12
Anche limitandoci a « qualcosa » più della
soglia di udibilità e a «qualcosa» meno della
soglia di dolore, volendo rendere con fedel¬
tà i contrasti di volume sonoro, un povero
amplificatore dovrebbe essere in grado di
riprodurre ugualm^te bene segnali d'in¬
gresso deirordine dei mìcrovolt e segnali
deirordine del volt senza far sommergere il
suono dal rumoiie di fondo nè saturarsi, in¬
tontito dai troppi volt d'ingresso!
Normalmente ci si adatta quindi a un no¬
tevole appiattimento dei contrasti limitan¬
dolo a un conveniente intervallo di decibel.
Dal grafico (decibel-frequenza) risulta an¬
cora che alle basse frequenze basta una di¬
minuzione di volume relativamente limitata
perchè un suono « esca » daill'area di udibi
lità, scendendo sotto la soglia inferiore e di¬
venendo pertanto inaudibile. Ciò provoca il
grave inconveniente che se ascoltiamo una
riproduzione fonografica o una trasmissione
radio in cui agisce ad esempio una massa
orchestrale, a basso volume il nostro orec¬
chio non percepisce i toni bassi o U percepi¬
sce male a rapporto di queili ahi* Ecco per
chè spesso vengono usati circuiti regolatori
di volume con compensazione fisiologica; in
essi, mentre si riduce il volume generale, sì
provvede alla esaltazione dei bassi a rap¬
porto degli alti, al fine di mantenere una
tonalità più uniforme per l'orecchio umano.
Poiché tla relazione tra la sensazione uditiva
e ^intensità sonora non è lineare, si può an
che affermare che l'orecchio è un organo
distorcente- come tale, seguendo la legge di
tutti i dispositivi disloDcentì, introduce ar¬
moniche non presenti nel segnale originale,
per somma o differenza delle frequenze ori¬
ginali (battimenti) creando dei «suoni sog
gettivi ». Questo è un inconveniente per certi
aspetti, ma presenta il vantaggio che rorec-
chio può « ripristinare » frequenze tagliate
dagli apparati aventi bande passanti limita
te* Poiché ^orecchio è in buona misura
insensibile allo sfasamento delle armoniche,
le normali apparecchiature (se non contro¬
reazionate!) risultano molto semplificate:
non altrettanto potrebbe accadere per ii
video TV, in quanto l’occhio percepisce mol¬
tissimo le distorsioni da sfasamento.
Una ulteriore notevole proprietà dell'orec¬
chio è che quest'organo ha una adattabilità
eccezionale alle distorsioni provocate dalla
riflessione dei suo<ni negli ambienti.
Considerazioni conclusive dì natura pratica
Il fatto che l'orecchio sia poco sensibile
alle frequenze più basse e più alte della
gamma udibile, fa sì che anche in linea
teorica la qualità e la naturalezza di una
riproduzione sonora non sono pregiudicate
da un restringimento del campo di frequen¬
ze per esempio nei limiti 30 ^ 16.000 Hz (dai
limiti estremi 15 — 20,000 Hz).
Ciò oltre tutto semplifica notevolmente la
costruzione degli appaiati radio, perchè nor¬
malmente la riproduzione di frequenze estre¬
me (molto basse c molto alte) comporta
notevoli aggravi di costo e complicazioni cir¬
cuitali.
Si è detto in teoria perchè la gamma
30 ~ 16.000 Hz è eccellente e ben difficil¬
mente le normali apparecchiature la pre¬
vedono, limitandosi a campi molto più ri¬
stretti.
Lìmiti inferiori di 60 Hz e superiori
10.000 {per le prime armoniche) sono già
da considerarsi di qualità* Nefla ordinaria
radiodiffusione a modulazione di ampiezza
la gamma di frequenza (per necessità di
«canali di trasmissione»), è molto limitata,
airincirca da 100 a 5.000 Hz, e i radioricC’
vitori per M.A. si adeguano a tale campo
(anzi, spesso, lo restringono ulterio-rmente;
vedi altoparlanti di piccole dimensioni).
L'orecchio, per le caratteristiche già esami¬
nate, non avverte distorsioni, anche se nota
una sostanziale differenza tra i suoni natu¬
rali e gli stessi riprodotti. Un suono caratte¬
ristico è il battimani, estremamente ricco
di armoniche, che subisce ampi « tagli » in
rnodulazione d'ampiezza, meno in modula¬
zione di frequenza, pur essendo ancora di¬
verso dall'ascolto diretto.
Se per la musica o il canto sono già possi¬
bili dei « tagli », per la parola questi sono
ancor più generosi. La gamma naturale della
parola, tenuto conto delle armoniche, si esten¬
de aH'incirca tra 120 e 8.000 Hz; d'altra parte
ciò che interessa normalmente per la parola
è la intelligibilità più che la naturalezza. A
tale proposito restringere la gamma del par
lato al campo 230 -r- 3.500 Hz consente ottima
intelligibilità e sufficiente naturalezza ; in nes¬
sun caso si può scendere sotto il campo
800 2.000 Hz perchè a tale limite non si
comprende più il senso delle parole.
Da questa breve panoramica, certo incom¬
pleta rispetto alla difficoltà e vastità del
Targomento, emerge comunque una conside¬
razione su cui è necessario soffermarsi; ta¬
lora apparati che presentano sulla carta ca¬
ratteristiche scadenti sono soddisfacenti per
l'orecchio medio, specie in virtù del ripri¬
stino delle armoniche fondamentali, mentri"
per apparati detti « di qualità » è bene ap¬
profondire rindagine oltre il solito « trasfor¬
matore Hi Fi » perchè si è visto che le fre¬
quenze estreme, più che passare devono pos¬
sedere un livello in decibel sufficiente a ri¬
saltare convenientemente.
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completo di valvole, alimentazione in corrente alternata universale e altoparlante al prezzo di
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alimentazione in corrente alternata universale, altoparlante, al prezzo di L. 35.000 compreso im¬
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Ricevitore BC 312 a 6 gamme d’onda da 1,5 MHz a 18 MHz, completo di valvole, alimentazione
corrente alternata con tensione universale, altoparlante, viene venduto al prezzo di L. 70.000
compreso imballo e porto.
Ricevitore NATIONAL NC 183 a 5 gamme d’onda 1 da 550 a 1600 kHz - 4 da 1,6 MHz a
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altoparlante, al prezzo di L. 120.000, compreso imballo e porto.
Ricevitore SX 28 Hallicrafters a 6 gamme d’onda, da 0,55 MHz a 43 MHz, a 15 valvole
viene venduto completo di valvole, alimentazione corrente alternata 115 volt, altoparlante, al
prezzo di L„ 120.000 compreso imballo e porto.
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me d’onda di cui 1 da 550 a 1500 kHz onde medie, 3 da 1,6 a 30 MHz, calibrate con Brand-
spread, a 8 valvole viene venduto completo di valvole, alimentazione corrente alternata
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batterie di cui 1 da 90 volt e 1 da 7,5 volt; viene venduto funzionante in corrente alter¬
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